Glossario

La lista delle definizioni utili, con brevi spiegazioni, per chi effettua ricerche e progetti nell’ambito dello sviluppo sostenibile.

In questa sezione potrai consultare centinaia di definizioni più o meno complesse ma, in ogni caso, saranno sempre estrapolate da fonti autorevoli e attendibili. Il nostro sforzo, tuttavia, non si esaurisce con la costante implementazione del glossario ma, giorno dopo giorno, continua con la revisione meticolosa delle informazioni ereditate da tali fonti.

Nota che, a seconda dell’utilizzo più comune nel parlato quotidiano, un termine può essere listato all’interno del glossario con la sua traduzione italiana o inglese.

A

Un acquifero, o falda acquifera, è una formazione rocciosa o corpo geologico caratterizzato da una permeabilità sufficiente da consentire l’assorbimento, l’immagazzinamento e il deflusso (sotto l’azione della gravità) di acque sotterranee, in quantità apprezzabili o significative per essere sfruttate economicamente.

Riferimenti:
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Norme in Materia Ambientale, DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n. 152, Parte III, Sez. II, Tit. I, art. 74 comma 2 lett. i, Gazzetta Ufficiale n.88 del 14-4-2006 – Suppl. Ordinario n. 96., 2022.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 target (traguardi).

L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Riferimenti: https://unric.org/it/agenda-2030/

Le agenzie di rating ESG (si vede la definizione di “Fattori ESG”) sono centri di ricerca specializzati nella raccolta ed elaborazione di informazioni sul profilo ambientale, sociale e di governance delle imprese, al fine di fornire agli investitori le informazioni utili a prendere decisioni di investimento consapevoli.

Riferimenti: https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/agenzie-rating-sostenibilita.html

L’impianto agrivoltaico (o agrovoltaico, o agro-fotovoltaico) è, sostanzialmente, un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione. 

Il sistema agrivoltaico avanzato è, invece, il sistema complesso composto dalle opere necessarie per lo svolgimento di attività agricole in una data area e da un impianto agrivoltaico installato su quest’ultima che, attraverso una configurazione spaziale ed opportune scelte tecnologiche, integri attività agricola e produzione elettrica, e che ha lo scopo di valorizzare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi, garantendo comunque la continuità delle attività agricole proprie dell’area;

Riferimenti: https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2021-11-08;199

Il cosiddetto “albero liquido” è un particolare tipo di foto-bioreattore, cioè un sistema colturale per la crescita di microrganismi fotosintetici (microalghe, cianobatteri e altri batteri fotosintetici). 

Si tratta di un serbatoio con seicento circa litri d’aqua e una coltura di microalghe: queste catturano l’anidride carbonica e la trasformano in ossigeno puro, attraverso la fotosintesi.

L’albero liquido, il cui nome commerciale è Liquid 3, è stato sviluppato da un ricercatore serbo, Ivan Spasojevic, che lo ha ideato per migliorare la qualità dell’aria assai inquinata di Belgrado. Spasojevic sottolinea che l’obiettivo non è sostituire gli alberi ma dare un’alternativa in aree urbane dove non se ne possono piantare.

Liquid 3 viene presentato come “multifunzionale”, perché è anche una postazione di ricarica per cellulari e può funzionare come panchina per i passanti.

Riferimenti: 
https://liquid3.rs/

Euronews – Belgrado, un albero liquido per purificare l’aria 

La Repubblica – Se ad assorbire la CO2 è un “albero liquido” 

L’analisi di rischio sanitario-ambientale sito specifica, nell’ambito di una procedura di bonifica per inquinamento, permette di esaminare gli effetti sulla salute umana ed i rischi derivanti dall’esposizione prolungata all’azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali contaminate.

Rappresenta attualmente lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati, i quali sono modellizzati mediante il Modello Concettuale del Sito (MCS). 

Riferimenti:
https://www.isprambiente.gov.it/Dlgs-152-06 (.pdf)

https://www.isprambiente.gov.it/analisi-di-rischio

https://www.isprambiente.gov.it/MCS (.pdf)

Gas incolore e inodore, la CO2 (detta anche biossido o diossido di carbonio) è più pesante dell’aria (densità 1,527 rispetto all’aria), facilmente liquefacibile, e solubile in acqua, in alcol ecc.
È il principale prodotto della combustione del carbone, degli idrocarburi e, in generale, delle sostanze organiche.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/anidride-carbonica

L’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell’atmosfera.

Riferimenti: https://www.treccani.it/vocabolario/antropocene_%28Neologismi%29/

L’ a. atmosferica è il miscuglio gassoso di azoto e di ossigeno con piccole quantità di altri gas che costituisce l’atmosfera terrestre, nei cui strati inferiori sono presenti anche particelle solide (pulviscolo atmosferico) e vari tipi di microrganismi. La quantità di vapore acqueo presente nell’aria varia con la località, la stagione, la temperatura (aumenta all’aumentare di questa) ecc. e può arrivare, nei climi molto umidi, anche al 3-4% in volume.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/aria

La fissazione dell’azoto atmosferico o azotofissazione consiste nella riduzione, tramite la nitrogenasi, dell’azoto molecolare (N₂) in azoto ammonico (NH₃).

L’azoto ammonico diventa, quindi, disponibile per molte importanti molecole biologiche come gli amminoacidi, le proteine, le vitamine e gli acidi nucleici (attraverso i processi di nitrificazione e nitratazione).

La fissazione dell’azoto, più precisamente, può avvenire attraverso processi biologici o abiotici:

  • La fissazione biologica dell’azoto è il processo attraverso il quale alcuni batteri azotofissatori (ad es. cianobatteri) riescono a convertire l’azoto atmosferico in ammoniaca o altri composti utilizzabili, attraverso la produzione di enzimi specifici.
  • La fissazione abiotica dell’azoto, invece, avviene attraverso processi fisici o chimici, come i fulmini o la fissazione industriale dell’azoto( utilizzata per la produzione di fertilizzanti).


Riferimenti: 
Treccani – definizione

European Environment Information and Observation Network (EIONET) – Fissazione dell’azoto

Enciclopedia Britannica – definizione

Ciaccia, C., & Canali, S. Capitolo 2–L’azoto nel terrino (La concimazione azotata degli ortaggi)

L’azotofissazione biologica è effettuata da specifici microrganismi procarioti che possono essere distinti in tre gruppi:

  • Azotofissatori liberi: batteri e archea, aerobi ed anaerobi, non formano nessuna associazione con le piante; si ritiene che essi siano deboli fissatori; 
  • Azotofissatori liberi associati: sono azotofissatori che si associano alle radici delle graminacee (climi tropicali) ma non formano noduli radicali;
  • Azotofissatori simbionti con formazione di noduli radicali: possono formare associazioni simbiontiche con piante leguminose (sono potenti fissatori) oppure associazioni con piante non leguminose.

 


Riferimenti: 
CNR – Sviluppo dei noduli radicali azotofissatori: l’interazione simbiotica rhizobium-leguminose 

Treccani – definizione

European Environment Information and Observation Network (EIONET) – Fissazione dell’azoto

Enciclopedia Britannica – definizione

Ciaccia, C., & Canali, S. Capitolo 2–L’azoto nel terrino (La concimazione azotata degli ortaggi)

b

La baseline di un progetto CDM (vedi “Clean Development Mechanism”) è uno scenario di riferimento che ragionevolmente rappresenta le emissioni di gas serra che si sarebbero avute in assenza dell’attività progettuale proposta.

I partecipanti al progetto possono selezionare una linea di base standardizzata (standardized baseline) approvata se questa è valida e applicabile all’attività del progetto CDM proposta, in conformità con lo ” standard di progetto CDM “.

Riferimenti: https://cdm.unfccc.int/methodologies/standard_base/index.html

Per “batteria” si può intendere ogni oggetto o apparecchiatura che abbia la funzione di accumulare e trasferire energia elettrica.

La batteria è, più precisamente, un dispositivo di accumulazione di energia elettrica a basso voltaggio, resa disponibile per il funzionamento di apparecchi elettrici non collegati alla rete di distribuzione dell’energia: la b. dell’automobile, della radio, del cellulare.

Le batterie più comuni (le “pile), utilizzate per orologi, telecomandi e altri apparecchi elettici, sono quelle chimiche: infatti, le pile sono generatori di corrente elettrica continua in cui si attua la conversione dell’energia chimica in energia elettrica, attraverso reazioni di ossidoriduzione (in cui avviene uno scambio di elettroni da una specie chimica ad un’altra).

Riferimenti:
https://www.treccani.it/vocabolario/pila/

https://dizionari.repubblica.it/Italiano/B/batteria.html

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/B/batteria.shtml

Si chiama così, solitamente, un generatore di energia che meglio andrebbe detto pila nucleare ma è chiamato anche reattore nucleare. In ogni caso, al suo interno l’energia prodotta è ottenuta a spese dell’energia nucleare.

Nel dettaglio, una pila atomica è un impianto con il quale si ottiene una reazione atomica a catena, o fissione a catena, fabbricando una pila di blocchi di Uranio Naturale e di Grafite. I neutroni emessi dall’uranio, infatti, provocano la disintegrazione dei nuclei di altri atomi di uranio: fenomeno chiamato “fissione”.

Nella disintegrazione, oltre ai due grandi frammenti del nucleo originale, vengono liberati anche altri neutroni. Quando il nucleo libera due o più neutroni, che vanno a disintegrare altri nuclei, vengono liberati altri nuclei, ottenendo così una reazione a catena. Si scoprì, tuttavia, che la fissione sarebbe stata ottenuta più rapidamente rallentando la velocità dei neutroni. Per tale motivo, vennero impiegati dei “moderatori” destinati a frenare l’alta velocità dei neutroni: i primi reattori furono costruiti con moderatori di grafite o acqua pesante.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/pila-atomica

https://cref.it/enrico-fermi-e-la-costruzione-della-prima-pila-atomica

Il benthos è l’insieme di organismi acquatici che per un periodo continuato o per tutta la vita mantengono una relazione con il fondale marino.

In particolare, a seconda che si tratti di specie vegetali o animali, si parla rispettivamente di fitobenthos e zoobenthos.

Nota: il benthos comprende molte forme di vita in grado di allontanarsi molto dal fondo, per lo più pesci e cefalopodi, e in questo caso si parla di organismi bentonectonici.

Riferimenti: 
www.arpa.fvg.it/benthos

www.treccani.it/benthos

www.britannica.com/benthos

L’espressione bilancio di sostenibilità viene utilizzata, spesso, come sinonimo di Dichiarazione non finanziaria (si veda la voce “DNF” del Glossario, dedicata agli obblighi informativi di carattere non finanziario).

Il Bilancio/Report di Sostenibilità, più precisamente, è uno strumento di rendicontazione per comunicare con metodo e trasparenza gli obiettivi, le performance e le attività relative ai tre piani della sostenibilità: economico, ambientale e sociale. È un documento che l’impresa predispone a seguito di un processo di analisi interna e di coinvolgimento degli stakeholder.

Le informazioni contenute in un Report di sostenibilità devono essere redatte seguendo i criteri e i principi previsti dallo standard di rendicontazione usato come riferimento: quello che, attualmente, risulta essere il più utilizzato è il Global Reporting Initiative (GRI).

Ad oggi, nell’ambito profit, la redazione del Bilancio di sostenibilità è obbligatoria esclusivamente per le aziende quotate e del settore bancario-assicurativo, di grandi dimensioni (d.lgs. n. 254/2016 che recepisce la direttiva europea 2014/95/UE), mentre è volontaria per tutte le altre aziende.

Riferimenti:
http://www.bilanciosociale.net/GRI-Linee-guida.pdf

La fissazione del carbonio (carbon fixation) è l’incorporazione del carbonio proveniente dalla CO2 atmosferica in composti organici. Nota anche come “sequestro biologico del carbonio” è, infatti, il processo naturale con le piante e altri organismi fotosintetici assorbono la CO2 dall’atmosfera e la utilizzano per la fotosintesi, convertendola in materia organica e rilasciando ossigeno. In questo modo, la biomassa prodotta dalle piante può essere considerata un serbatoio di carbonio. 

La biofissazione di CO2 a opera di microalghe è una delle più innovative tecnologie per l’abbattimento dei gas serra in atmosfera. Si basa sull’utilizzo dell’energia solare attraverso la fotosintesi algale per catturare la CO2 prodotta da centrali elettriche o da altre fonti.

Riferimenti: 
Treccani –  Biofissazione di CO2 fossile mediante microalghe per l’abbattimento dei gas serra (pdf)

Berg, I. A. (2011). Ecological aspects of the distribution of different autotrophic CO2 fixation pathways. Applied and environmental microbiology77(6), 1925-1936.

Zanichelli – definizione

Eni.com – Biofissazione della CO₂: bio-olio e prodotti preziosi dalle microalghe

Gas combustibile ricco di metano, ricavato da processi di decomposizione organica, come la fermentazione anaerobica, di rifiuti agricoli o urbani.

Il biogas è, sostanzialmente,  una miscela di gas (es. metano e anidride carbonica) che, se opportunamente trattati, possono essere utilizzati come combustibile per impianti di generazione termica di energia elettrica.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/vocabolario/biogas/

https://www.efficienzaenergetica.enea.it/glossario/biogas

Gli indicatori sono dei parametri (o insiemi di parametri) che offrono informazioni significative sullo stato di un fenomeno che si vuole caratterizzare, misurare e monitorare.

In particolare, gli indicatori ambientali sono strumenti in grado di evidenziare e valutare variazioni ambientali. Gli indicatori utilizzati per la valutazione della qualità ambientale sono, tipicamente, di tre tipi: chimici, fisici e biologici, e l’integrazione fra essi risulta fondamentale.

Un indicatore biologico, o bioindicatore, è un organismo o un sistema biologico usato in genere per valutare una modificazione della qualità dell’ambiente; in altre parole, è un bersaglio biologico che, in presenza di uno stress naturale o antropico, subisce variazioni rilevabili del proprio stato naturale. 

Riferimenti: https://www.isprambiente.gov.it/indicatori-biologici

Il bioleaching è una tecnica di depurazione operata dai microrganismi che consente la rimozione dei metalli dalla frazione solida del terreno, e la loro successiva solubilizzazione, con lo scopo di facilitarne il trattamento e l’eventuale eliminazione. Tale metodo si utilizza per rimuovere i metalli da scarti industriali, minerali metallici, suoli contaminati, discariche minerarie.

Riferimenti: 
Vidali – M. Bioremediation: an overview (Pure and applied chemistry) – 73.7 (2001): 1163-1172.

Fungi Bio-Prospects in Sustainable Agriculture, Environment and Nano-technology (2021)

È il peso secco totale di tutti gli organismi viventi che possono essere sostenuti a livello tropico in una catena alimentare. Inoltre, materiali di origine biologica, compresi materiali organici (sia vivi che morti) dall’alto e dal basso, ad esempio alberi, colture, erbe, lettiere, radici e animali e rifiuti animali.

Fonte: https://unfccc.int/Glossary.htm

Il termine “biomassa” viene usato, soprattutto, per indicare il vastissimo gruppo di materie prime organiche che hanno in comune l’origine biologica naturale e che possono costituire il substrato di processi fermentativi atti a ottenere prodotti di pregio (proteine, etanolo ecc.) o anche biogas.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/biomassa

La biometeorologia è una scienza interdisciplinare tra meteorologia, medicina e biologia, che studia le interazioni tra le condizioni meteorologiche e gli esseri viventi.

A tal fine vengono utilizzati alcuni indici biometeorologici (vedi voce dedicata) che esprimono oggettivamente le condizioni di benessere/disagio fisiologico in relazione alla combinazione di più fattori ambientali.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/biometeorologia/

https://www.arpa.piemonte/biometeorologia

Con biomimesi/biomimetica (dall’inglese biomimicry) si intende la disciplina, di recente formalizzazione, che studia e imita le caratteristiche degli esseri viventi come modello cui ispirarsi per il miglioramento di attività e tecnologie umane. Si cita il caso della produzione di impermeabili, di vernici speciali impiegate nell’edilizia, di nuovi materiali adesivi, influenzata dall’osservazione e dall’analisi delle caratteristiche delle ali delle farfalle, di determinate sostanze presenti nelle foglie di alcune piante, delle membrane adesive dei gechi. 

La biomimicry, quindi, è un tipo di Design bioispirato: tuttavia, non tutto il design bioispirato è esempio di biomimicry! Un fattore importante che differenzia la biomimesi da altri approcci di progettazione bio-ispirati, infatti, è l’enfasi sull’apprendimento e l’emulazione delle soluzioni rigenerative che i sistemi viventi hanno per specifiche sfide funzionali.

Quando si traducono le strategie della natura in design, la scienza della pratica coinvolge tre elementi essenziali: Emulate, Ethos e (Re)Connect. Questi tre componenti sono comprese in ogni aspetto della biomimetica e rappresentano questi valori fondamentali:

  • Emulate = La pratica scientifica basata sulla ricerca di apprendere e quindi replicare le forme, i processi e gli ecosistemi della natura per creare progetti più rigenerativi;
  • Ethos = La filosofia di capire come funziona la vita e creare progetti che supportano e creano continuamente condizioni favorevoli alla vita;
  • (Re)Connect = Il concetto che siamo natura e troviamo valore nel connetterci al nostro posto sulla Terra come parte dei sistemi interconnessi della vita. (Re)Connect come pratica ci incoraggia a osservare e trascorrere del tempo nella natura per capire come funziona la vita in modo da poter avere un’etica migliore per emulare le strategie biologiche nei nostri progetti.

     

Riferimenti:
https://www.treccani.it/domande-e-risposte/lessico

https://biomimicry.org/what-is-biomimicry/

Il “biorisanamento” comprende una vasta gamma di diverse tecniche di trattamento delle sostanze inquinanti e di rifiuto, che vanno ad inquinare le matrici ambientali, quali i suoli, i terreni, le acque superficiali e sotterranee, mediante l’azione depurativa operata dai microrganismi, come batteri e funghi, dalle piante oppure dagli enzimi prodotti dai suddetti organismi, che è in grado di degradare ed eliminare molte sostanze inquinanti e tossiche per l’ambiente.

Riferimenti:
Merriam-Webster, Incorporated since 1828. Bioremediation, Dictionary, 2022.
https://www.merriam-webster.com/dictionary/bioremediation

Gouma, S. Fragoeiro, A.C. Bastos, N. Magan, 13 – Bacterial and Fungal Bioremediation Strategies, Editor(s): Surajit Das, Microbial Biodegradation and Bioremediation, Elsevier, 2014, Pages 301-323, ISBN 9780128000212, https://doi.org/10.1016/B978-0-12-800021-2.00013-3.

In biotecnologia, un bioreattore è un apparecchio in cui si inducono reazioni biologiche, per lo più a fini industriali o per applicazioni biomediche, tramite l’azione di microrganismi immersi nel mezzo di crescita, oppure ancorati su superfici inerti fisse sotto forma di film biologico ( biofilm). Quando al posto dei microrganismi si utilizzano enzimi specifici, talvolta immobilizzati dentro membrane, il bioreattore viene denominato anche reattore enzimatico.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/bioreattore/

https://goldbook.iupac.org/terms/view/B00662

Nome comprensivo per indicare quella parte della Terra nella quale si riscontrano le condizioni indispensabili alla vita animale e vegetale. Comprende la parte bassa dell’atmosfera, tutta l’idrosfera e la parte superficiale della litosfera, fino a 2 km di profondità. Insieme alle forme di vita che ospita, costituisce un sistema complesso, in equilibrio dinamico con le altre componenti della Terra.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/biosfera

Il Biosparging è una tecnica che sfrutta l’iniezione di aria compressa e la somministrazione di nutrienti indirizzati alle comunità microbiche del terreno, al fine di stimolarne l’attività microbica e la biodegradazione degli inquinanti. È utilizzata solitamente per il trattamento delle falde e dei suoli contaminati dai carburanti.

Riferimenti:
Vidali, M. Bioremediation an overview (2001): 1163-1172.

https://www.igi-global.com/dictionary/biosparging/49448

Le biotecnologie sono tecnologie che utilizzano organismi viventi come batteri, lieviti, cellule vegetali e animali o parti di essi per sviluppare prodotti e processi.

Riferimenti: https://assobiotec.federchimica.it/biotecnologie/le-biotecnologie

Il bioventing è un metodo di biorisanamento basato su insufflaggi d’aria a bassa pressione nel terreno inquinato, così da stimolare l’attività degli organismi aerobi in esso contenuti, con l’obiettivo di accelerare la degradazione dei contaminanti. È una tecnica mirata specialmente al trattamento di idrocarburi leggeri come i carburanti e i volatili clorurati.

Riferimenti:
Vidali – M. Bioremediation: an overview (Pure and applied chemistry) – 73.7 (2001): 1163-1172.

Bioventing for in situ remediation – Hydrological Sciences Journal (1993)

Il concetto di Blue Economy mira a promuovere la crescita economica, l’inclusione sociale e la conservazione o il miglioramento dei mezzi di sussistenza, garantendo allo stesso tempo la sostenibilità ambientale degli oceani e delle aree costiere.

L’espressione si riferisce al disaccoppiamento dello sviluppo socioeconomico ottenuto attraverso i settori e le attività legati agli oceani (da qui il termine “blu”) dal degrado ambientale ed ecosistemico. Una sfida importante della Blue Economy è quindi rendersi conto che la gestione sostenibile delle risorse oceaniche richiede la collaborazione tra gli stati e tra i settori pubblico-privato, su scala globale (World Bank, 2017).

Riferimenti: https://ioc.unesco.org/topics/blue-economy

L’insieme degli  interventi  atti  ad  eliminare  le fonti di inquinamento  e  le  sostanze  inquinanti  o  a  ridurre  le concentrazioni delle stesse presenti  nel  suolo,  nel  sottosuolo  e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o  inferiore  ai  valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR) (GU, D.Lgs. 152/06, 2022). La bonifica dei siti inquinati è descritta dal complesso dei trattamenti atti a decontaminare i terreni e le falde acquifere dalle sostanze nocive provenienti da attività antropiche o da eventi accidentali (Treccani, 2022).

Riferimenti:
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Norme in Materia Ambientale, DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n. 152, Parte IV, Titolo V, art. 240 comma 1p, Gazzetta Ufficiale n.88 del 14-4-2006 – Suppl. Ordinario n. 96., 2022.

Treccani Enciclopedia Online. Bonifica, 2022. https://www.treccani.it/vocabolario/bonifica/

BREEAM è un metodo di valutazione della sostenibilità ambientale, sviluppato nel 1988 dal Building Research Establishment (BRE). Si tratta di una delle certificazioni più importanti a livello internazionale, finalizzata a monitorare, valutare e certificare la sostenibilità degli edifici.

Per ottenere la certificazione BREEAM è necessaria l’adozione di pratiche sostenibili non soltanto in fase di progettazione e realizzazione degli edifici ma anche attraverso i successivi processi di gestione e manutenzione.

Il codice BREEAM, infatti, si compone di una serie di principi e requisiti che definiscono un approccio integrato per la progettazione, costruzione, gestione, valutazione e certificazione dei diversi fattori d’impatto ambientale, sociale ed economico, lungo tutto il ciclo di vita dell’edificio in questione.

Riferimenti: https://bregroup.com/products/breeam/

La “crescita marrone” descrive lo sviluppo economico che dipende fortemente dai combustibili fossili e non considera gli effetti collaterali negativi che la produzione economica e il consumo hanno sull’ambiente, come affermato da Uwe Deichmann, Senior Environmental Specialist presso la Banca Mondiale.

In generale, la brown economy è il modello economico in cui la crescita e lo sviluppo dipendono in gran parte da forme di attività distruttive per l’ambiente e, in particolare, da combustibili fossili come carbone, petrolio e gas. Al centro di questa economia ci sono le principali società petrolifere (Exxon Mobil, Shell, Gazprom, ecc.) così come un’ampia gamma di società che assistono nell’estrazione, raffinazione e trasporto dei vari combustibili fossili.

Riferimenti: https://www.worldbank.org/growing-green-europe-and-central-asia

Il business plan (o piano d’impresa) è il documento che riporta gli obiettivi, le finalità e le strategie dell’attività che l’azienda (o l’imprenditor) intende svolgere in futuro. Il business plan è un documento prospettico riferito a un orizzonte temporale a medio termine (3-5 anni) in cui l’imprenditore formula i propri obiettivi e le modalità con cui raggiungerli.

Il business plan è composto da differente documentazione che illustra, dettagliatamente, le prospettive di sviluppo dei diversi ambiti aziendali, di cui fanno parte: il piano degli investimenti, il piano economico, il piano patrimoniale e il piano finanziario.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/business-plan

https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/business-plan.html

Contenuto commutatore

C

Il climate change è il cambiamento climatico attribuito direttamente o indirettamente all’attività umana che altera la composizione dell’atmosfera globale – e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima – osservata in periodi di tempo comparabili.

Riferimenti: https://unfccc.int/resource/ccsites/zimbab/conven/text/art01.htm

Un credito di carbonio (carbon credit), anche detto “credito di emissione” è un certificato negoziabile, ovvero un titolo equivalente ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie a un progetto di tutela ambientale realizzato al fine di ridurre o riassorbire le emissioni globali di CO2 e altri gas ad effetto serra.

Dal 2005, l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto ha reso i crediti di emissione degli strumenti finanziari straordinariamente importanti, in quanto rappresenta uno strumento istituito per consentire ai governi e alle aziende di raggiungere i loro obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra nel modo più flessibile ed economicamente efficace.

* NOTA: per approfondimenti sup meccanismi di scambio di quote di emissione consulta le seguenti voci nel glossario: “protocollo di kyoto”, “meccanismi flessibili” e “EU ETS”.

Riferimenti: 
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/it

https://www.treccani.it/vocabolario/credito-di-emissione

https://www.britannica.com/technology/emissions-trading

L’impronta climatica o Carbon Footprint (CF) è un indicatore ambientale dell’impatto che le attività umane hanno sui cambiamenti climatici.

La Carbon Footprint è la misura dell’ammontare totale di gas ad effetto serra (Greenhouse Gases – GHG) emessi direttamente o indirettamente da un’attività, un’azienda, una persona, un evento o un prodotto, sia esso un bene o un servizio. Viene espressa come anidride carbonica equivalente (CO2 eq). 

Riferimenti:
https://www.arpae.it/strumenti-di-sostenibilita/carbon-footprint

I carbon sink sono riserve di carbonio (reservoir) o condizioni ( cioè processi, attività e meccanismi) che assorbono e immagazzinano più carbonio di quello che rilasciano. I “pozzi di assorbimento del carbonio” possono servire a compensare parzialmente le emissioni di gas serra. Le foreste e gli oceani sono grandi pozzi di assorbimento del carbonio.

Riferimenti: https://unfccc.int/resource/cd_roms/na1/ghg_inventories/english/8_glossary/Glossary.htm

Tassa sui prodotti energetici che emettono biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera. È un esempio di tributo ambientale (ecotassa), calcolato in base alla quantità di inquinante generato dalla combustione.

La ratio della norma è quella di far ‘riparare’ il danno all’ambiente direttamente da parte di chi immette nell’atmosfera biossido di carbonio.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/carbon-tax/

Elemento chimico di simbolo C, numero atomico 6, peso atomico 12,01, di cui sono noti in natura gli isotopi stabili 126C, 136C (che ne costituiscono rispettivamente il 98,892% e l’1,108%), e 146C radioattivo (che si forma nell’atmosfera in conseguenza di reazioni nucleari tra l’azoto atmosferico e i neutroni lenti della componente secondaria dei raggi cosmici).

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/carbonio

La cattura e il sequestro (o stoccaggio) del diossido di carbonio (spesso indicato anche con l’acronimo CCS, derivato dal termine inglese Carbon Capture and Storage – o Sequestration) è un processo di confinamento geologico dell’anidride carbonica (CO2) prodotta da grandi impianti di combustione.

Oggi, la CSS è una tecnologia che sta entrando a far parte del mix strategico nazionale per far fronte alla crescente concentrazione di CO2 di origine antropica in atmosfera, che alimenta l’attuale fenomeno del riscaldamento globale.

Il processo di CCS si può suddividere in tre fasi: cattura, trasporto e stoccaggio.

Nella fase di cattura, la CO2 viene prelevata direttamente dalla fonte delle emissioni (ad es. le centrali elettriche), attraverso i gas di scarico. La seconda fase della CCS consiste nel comprimere e trasformare la CO2 in un fluido, in modo che possa essere trasportata in un sito di stoccaggio. Il trasporto avviene tramite oleodotti, navi o altri veicoli. Infine, il carbonio liquefatto viene immagazzinato in profondità nel sottosuolo, in appositi siti di stoccaggio (giacimenti esauriti di petrolio e gas, formazioni saline profonde e giacimenti carboniferi).

La CCS, quindi, può aiutare l’industria globale ad abbassare le proprie emissioni. Tuttavia, ognuna delle fasi sopra descritte presenta una serie di sfide. Gran parte delle tecnologie CCS, infatti, è ancora in fase prototipale: in alcuni contesti sono testate o persino utilizzate ma non sono ancora disponibili per l’utilizzo commerciale su larga scala.

Riferimenti: 
www.ipcc.ch/2018/srcs.pdf

ipccitalia.cmcc.it/carbon-capture-and-storage-ccs

www.eai.enea.it/tecnologie-di-ccs.pdf

ansa.it/canale_ambiente/come-funziona-la-cattura-e-stoccaggio-del-carbonio-ccs

 

Una cella (o pila) a combustibile è un dispositivo elettrochimico in grado di convertire direttamente l’energia chimica in energia elettrica tramite un processo a temperatura costante in cui l’idrogeno viene combinato con l’ossigeno per formare acqua.

Il funzionamento di una cella a combustibile è basato sulla seguente reazione elettrochimica:

H(g) + ½ O(g) → H2O (l)

che comporta la combustione dell’idrogeno gassoso con l’ossigeno gassoso con formazione di acqua.

L’idrogeno è il combustibile più utilizzato, ma possono essere adoperati anche alcoli o benzine. Poiché l’idrogeno non è una risorsa naturale è necessario che venga prodotto sfruttando dei processi che includono l’elettrolisi dell’acqua, il cracking o il reforming in corrente di vapore di combustibili organici quali il gas naturale, il metanolo o gli idrocarburi. Tra tutti questi processi di sintesi, solamente l’elettrolisi dell’acqua dà luogo a idrogeno puro, mentre dagli altri si ottengono miscele in cui l’idrogeno è presente con altri componenti gassosi, in genere indesiderati in quanto possono influire sul corretto funzionamento della cella a combustibile.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/celle-a-combustibile_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/

Si definisce Centro di Pericolo una sorgente potenziale di contaminazione identificata e definita sul territorio, in relazione all’insieme delle attività economiche e delle risorse naturali che carratterizzano il territorio stesso in ambito socioeconomico, ecosistemico e paesaggistico. Un soggetto agente sul territorio che sia un produttore di sostanze inquinanti per l’ambiente si identifica come potenziale centro di pericolo.

Riferimenti:
RAS, Regione Autonoma della Sardegna. Linee guida per la caratterizzazione e la bonifica delle aree minerarie dismesse, Glossario, 2009, pag. 94.

I cianobatteri, anche noti come alghe azzurre, sono un gruppo di organismi procarioti fotosintetici, che sono tra i primi organismi viventi che si sono sviluppati sulla Terra.

I cianobatteri sono in grado di effettuare la fotosintesi ossigenica, un processo con cui convertono l’energia solare in materia organica, producendo ossigeno come sottoprodotto. 

I cianobatteri, inoltre, sono fondamentali per gli ecosistemi perchè forniscono una fonte di energia e nutrienti per gli altri organismi, come piante e animali.

I cianobatteri sono anche in grado di fissare l’azoto atmosferico, convertendolo in forme utilizzabili di azoto, per la crescita delle piante.

Tuttavia, in situazioni di eutrofizzazione delle acque, i cianobatteri possono formare fioriture di alghe (algal bloom) nocive , che possono danneggiare la salute umana e l’ambiente circostante. 

Riferimenti: 
Enciclopedia Britannica – definizione

The Canadian Encyclopedia – definizione 

Whitton, B. A., & Potts, M. (2012) – Introduction to the cyanobacteria – Ecology of cyanobacteria II: their diversity in space and time

Abed, R. M., Dobretsov, S., & Sudesh, K. (2009) – Applications of cyanobacteria in biotechnology – Journal of applied microbiology 

Herrero, A., Muro-Pastor, A. M., & Flores, E. (2001) – Nitrogen control in cyanobacteria. Journal of bacteriology 

Il Clean Development Mechanism (CDM), definito all’articolo 12 del Protocollo, consente a un paese con un impegno di riduzione o limitazione delle emissioni ai sensi del Protocollo di Kyoto (allegato B Parte) di attuare un progetto di riduzione delle emissioni nei paesi in via di sviluppo. Tali progetti possono guadagnare crediti vendibili per la riduzione delle emissioni certificate (CER), ciascuno equivalente a una tonnellata di CO2, che possono essere conteggiati per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.

Il meccanismo rappresenta il primo sistema globale di investimento e credito ambientale del suo genere, che fornisce uno strumento standardizzato di compensazione delle emissioni, i CER appunto.

Un’attività di progetto CDM potrebbe comportare, ad esempio, un progetto di elettrificazione rurale utilizzando pannelli solari o l’installazione di caldaie più efficienti dal punto di vista energetico.

Il meccanismo stimola lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle emissioni, offrendo al contempo ai paesi industrializzati una certa flessibilità nel raggiungimento dei propri obiettivi di riduzione o limitazione delle emissioni.

Riferimenti:
https://unfccc.int/process-and-meetings/the-kyoto-protocol/mechanisms-under-the-kyoto-protocol/the-clean-development-mechanism

La clorofilla è il pigmento verde delle foglie capace di assorbire l’energia luminosa e di permettere alle piante di realizzare la fotosintesi. Nelle cellule vegetali la clorofilla si trova in organuli cellulari detti cloroplasti. 

Il monitoraggio del fitoplancton comprende due tipi di valutazione: l’analisi quali-quantitativa delle specie che lo compongono e la stima della biomassa prodotta, calcolata in base alla quantità di clorofilla-a presente in superficie.

La clorofilla-a è, infatti, il pigmento più determinante per la fotosintesi clorofilliana e la sua concentrazione nelle acque è direttamente correlata alla quantità di microalghe presenti e alla produttività dell’ecosistema.

*Ricorda che le piante superiori contengono clorofilla sotto due forme: la clorofilla A gioca un ruolo fondamentale nella fotosintesi; la clorofilla B è associata alla A nel meccanismo di assorbimento della luce ed è un pigmento accessorio.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/clorofilla

https://www.arpat.toscana.it/fitoplancton/indice-di-biomassa-fitoplanctonica

I compositi a base di micelio sono una classe emergente di materiali economici ed ecosostenibili, per cui si registra un crescente interesse in UE e USA, relativamente alla ricerca e alla commercializzazione per le applicazioni edilizie e nel settore tessile.

Questi materiali sfruttano la crescita naturale del micelio, cioè l’apparato vegetativo del fungo, riconoscibile in quanto filamentoso. 

I compositi a base di micelio hanno differenti proprietà, in base alla loro composizione e al processo di produzione. Possono essere impiegati nella moda tessile o sostituire schiume, legno e plastica in applicazioni edilizie, come:

  • isolamento e pannellature;
  • pavimenti;
  • mobili e altri arredi.


Riferimenti: 
Engineered mycelium composite construction materials from fungal biorefineries: A critical review

Miscela simile a terriccio bruno, soffice, ottenuta mediante un processo di triturazione e fermentazione (vedi “compostaggio”) di rifiuti organici, usata in agricoltura soprattutto come ammendante, cioè per migliorare le caratteristiche nutritive del terreno cui apporta preziosa materia organica.

Di particolare interesse è la trasformazione dei rifiuti solidi urbani in compost, per la quale è opportuno ricorrere a monte a una raccolta differenziata dei rifiuti provenienti dai mercati ortofrutticoli, dalle mense e dai giardini; è ottenuta tramite fermentazione aerobica dei rifiuti, previa triturazione.

Il compost è particolarmente importante nell’agricoltura biologica , dove non è consentito l’utilizzo di fertilizzanti sintetici. Il compost migliora la struttura del suolo, fornisce un’ampia gamma di nutrienti per le piante e aggiunge microbi benefici al suolo. 

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/compost/

https://www.britannica.com/topic/compost

Il compostaggio è un sistema di smaltimento di rifiuti organici basato sulla trasformazione, per via fermentativa, di parte dei rifiuti stessi (immondizie, sottoprodotti agricoli, fanghi dei processi di trattamento delle acque di rifiuto, sfalci di potatura, erba, foglie) in una miscela simile a terriccio bruno e soffice (detta “compost), usata come ammendante del terreno agricolo, cui apporta preziosa materia organica.

Per il compostaggio dei rifiuti solidi urbani, invece, è opportuno ricorrere a monte a una raccolta differenziata dei rifiuti provenienti dai mercati ortofrutticoli, dalle mense e dai giardini.

I vantaggi derivanti da questa tecnica sono dati da bassi costi gestionali e da numerosi benefit ambientali, tra cui la produttività dei suoli, il riciclo di nutrienti, la riduzione delle emissioni di gas serra, la mitigazione dei periodi siccitosi.

Inoltre, il compostaggio può essere effettuato anche su piccola scala, nei giardini domestici, di solito in una semplice pila di rifiuti del cortile e avanzi di cucina, sebbene vengano utilizzati anche contenitori per il compost e barili appositi.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/compostaggio/

https://www.britannica.com/topic/compost

https://www.nrdc.org/composting

Le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) descrivono la contaminazione delle matrici ambientali giunta a valori oltre cui è necessaria la caratterizzazione del sito e l’analisi di rischio sito specifica, come individuati nell’Allegato 5 alla parte quarta del D.Lgs 152/2006 (anche detto Testo Unico Ambientale – TUA).

Nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono come valori di fondo esistenti per tutti i parametri superati.

Riferimenti:
https://www.gazzettaufficiale.it/TUA

https://www.isprambiente.gov.it/quadro-normativo (.pdf)

Le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), determinate caso per caso tramite procedura di analisi di rischio sito specifica, secondo i principi in Allegato 1 alla parte quarta del D.Lgs 152/2006 (Testo Unico Ambientale – TUA), esprimono livelli di contaminazione delle matrici ambientali il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito.

Riferimenti:
https://www.gazzettaufficiale.it/TUA

https://www.isprambiente.gov.it/quadro-normativo

Un corpo celeste è un particolare tipo di oggetto celeste caratterizzato da una struttura unitaria e coesiva tenuta insieme dalla forza di gravità (o dalla forza elettromagnetica), come ad esempio:

  • asteroidi;
  • satelliti naturali;
  • pianeti;
  • stelle.


Riferimenti: 
ZANINI, M. G. V. (2020). Della classificazione di oggetti e di fenomeni in astronomia, e della nomenclatura. I contributi italiani.

Task Group on Astronomical Designations from IAU Commission, Naming Astronomical Objects

CRISPR/Cas9 è una tecnologia di editing genetico che può essere utilizzata per effettuare specifiche modifiche al genoma di una cellula, sia questa animale, umana o vegetale.

Il sistema CRISPR/Cas9 coinvolge due componenti essenziali:

  • un RNA guida, per abbinare un gene bersaglio desiderato;
  •  la proteina Cas9, associata a CRISPR, cioè un’endonucleasi che provoca una rottura del DNA a doppio filamento, consentendo modifiche al genoma.


A seguito del taglio introdotto da Cas9, attraverso opportuni accorgimenti, è possibile eliminare sequenze di DNA dannose dal genoma bersaglio oppure è possibile sostituire delle sequenze, andando ad esempio a correggere delle mutazioni genetiche causa di malattie.

Riferimenti: 
Redman, M., King, A., Watson, C., & King, D. (2016). What is CRISPR/Cas9?

www.unitn.it/il-sistema-crisprcas9

 

Il crowdfunding è la raccolta collettiva e collaborativa di fondi, effettuata attraverso la rete, aperta a tutti coloro che decidono di finanziare progetti innovativi e startup.

Più precisamente, il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo, talvolta, in cambio una ricompensa.

Riferimenti: 
https://www.consob.it/web/investor-education/crowdfunding#c1

https://www.treccani.it/vocabolario/crowdfunding

La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è la nuova direttiva sulla rendicontazione e comunicazione delle informazioni relative alla sostenibilità. 

Le nuove norme affrontano le carenze della legislazione attuale sulla dichiarazione di informazioni non finanziarie (NFRD, Non-Financial Reporting Directive), percepita come largamente insufficiente. La CSRD introduce obblighi di trasparenza più dettagliati sull’impatto delle imprese sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell’UE. 

Le regole entreranno in vigore nell’arco temporale 2024-2028 con la seguente roadmap:

  • Dal 1° gennaio 2024 la direttiva interesserà le grandi imprese con oltre 500 dipendenti già soggette alla NFRD (con scadenza 2025);
  • Dal 1° gennaio 2025 saranno interessate anche le grandi imprese attualmente non soggette alla NFRD. In tal caso si tratta di imprese che rispondono a questi criteri: contano più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di totale attivo (in tal caso con scadenza 2026);
  • Dal 1° gennaio 2026 il perimetro di azione si allarga alle PMI quotate e alle altre imprese. In tal caso la scadenza è nel 2027, ma per le PMI la “finestra” arriva fino al 2028.


Riferimenti: 
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52021PC0189

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20221107IPR49611/economia-sostenibile-nuovi-obblighi-ue-di-trasparenza-per-le-multinazionali

https://finance.ec.europa.eu/capital-markets-union-and-financial-markets/company-reporting-and-auditing/company-reporting/corporate-sustainability-reporting_en

d

La deforestazione (o diboscamento) è il processo, spesso di lunga o lunghissima durata, di eliminazione del bosco in aree talora assai vaste, con conseguenti sensibili mutamenti delle caratteristiche del clima locale (aumento delle escursioni termiche diurne e stagionali) e del suolo su cui era insediato il bosco (diminuzione o scomparsa di sostanza organica, erosione superficiale e frane), e con effetti sui terreni posti a valle del bosco (alluvioni).

Il diboscamento può essere determinato da fattori di origine naturale o dall’azione, diretta e indiretta, dell’uomo. 

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/diboscamento

Il termine denutrizione si riferisce ai casi, protratti per lungo tempo, di nutrizione insufficiente. La denutrizione, infatti, consiste nella mancanza del corretto apporto proteico ed energetico, o anche delle vitamine e dei minerali necessari all’organismo per l’utilizzazione dei fattori nutritivi contenuti negli alimenti assunti. Il termine, per estensione, si riferisce anche al deperimento corporeo che ne consegue.

Generalmente, si pensa che la denutrizione consista essenzialmente in una carenza di calorie (vale a dire, il consumo complessivo di alimenti) o di proteine. Le carenze di vitamine e minerali sono, solitamente, considerate patologie distinte. Tuttavia, quando è presente una carenza di calorie, è probabile che vi sia anche una carenza di vitamine e minerali. 

Il problema della denutrizione è connesso, su scala mondiale, a quello della malnutrizione, che è affrontato da organismi internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/denutrizione/

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-alimentari/denutrizione/denutrizione

La desertificazione è definita come “il processo che porta ad una riduzione irreversibile della capacità del suolo di produrre risorse e servizi” (FAO-UNEP-UNESCO, 1979), ovvero di supportare la produzione di biomassa, come conseguenza del degrado strutturale e composizionale del suolo stesso. Questo fenomeno è rappresentato dal degrado delle terre aride, semi-aride e sub-umide secche attribuibile a varie cause tra cui i cambiamenti climatici e le attività umane, e si esplica mediante una bassa fertilità ed un consumo del suolo in declino.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/desertificazione

https://www.mite.gov.it/pagina/la-desertificazione

https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/siccita/scopri-di-piu/scopri-desertificazione

https://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/desertificazione/

La Direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 modifica la Direttiva 2013/34/UE “per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni”.

La direttiva stabilisce che la DNF dovrebbe contenere le seguenti informazioni:

  • Per quanto concerne gli aspetti ambientali, informazioni dettagliate riguardanti l’impatto attuale e prevedibile delle attività dell’impresa sull’ambiente nonché, ove opportuno, sulla salute e la sicurezza, l’utilizzo delle risorse energetiche rinnovabili e/o non rinnovabili, le emissioni di gas a effetto serra, l’impiego di risorse idriche e l’inquinamento atmosferico;
  • Per quanto concerne gli aspetti sociali e attinenti al personale, informazioni riguardanti le azioni intraprese per garantire l’uguaglianza di genere, l’attuazione delle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro, le condizioni lavorative, il dialogo sociale, il rispetto del diritto dei lavoratori di essere informati e consultati, il rispetto dei diritti sindacali, la salute e la sicurezza sul lavoro e il dialogo con le comunità locali, e/o le azioni intraprese per garantire la tutela e lo sviluppo di tali comunità;
  • Per quanto concerne i diritti umani e la lotta contro la corruzione attiva e passiva, informazioni sulla prevenzione delle violazioni dei diritti umani e/o sugli strumenti esistenti per combattere la corruzione attiva e passiva. 


*Consultare la direttiva ed eventuali aggiornamenti normativi per verificare quali siano i soggetti effettivamente obbligati alla redazione della DNF.
*La direttiva è stata recepita in Italia dal D.Lgs n. 254 del 30.12.2016, che l’ha resa operativa a partire dal 1° gennaio 2017.

Riferimenti:
https://eur-lex.europa.eu/ – Dir. 2014/95/UE

La doppia materialità è un’estensione del principio contabile chiave di materialità delle informazioni finanziarie. Quest’ultimo stabilisce che tutti gli elementi che possono ragionevolmente influire sul processo decisionale degli investitori devono essere registrati o riportati in dettaglio nel bilancio di un’azienda.

Esistono due direzioni principali di pensiero sulla materialità, che insieme compongono il concetto di double materiality:

  • Materialità finanziaria = riguarda la comunicazione delle informazioni sulla creazione di valore economico a beneficio principale degli investitori (azionisti);
  • Materialità d’impatto = riguarda la comunicazione delle informazioni sull’impatto sull’economia, l’ambiente e le persone a beneficio di più stakeholder, come investitori, dipendenti, clienti, fornitori e comunità locali.

Per la rendicontazione finanziaria e di sostenibilità entrambe le prospettive risultano necessarie, in una struttura a due pilastri, con un nucleo di informazioni comuni e ognuno dei due pilastri posto su un piano di parità.

Riferimenti: 
https://eur-lex.europa.eu/legal-content

https://www.globalreporting.org/materiality (.pdf)

https://www.globalreporting.org/griwhitepaper (.pdf)

https://www.cisl.it/Reg-2019-2088 (.pdf)

https://online.hbs.edu/materiality

Il drawdown, in statistica, è la misura del declino da un picco storico in alcune variabili. 
Dal punto di vista climatico, invece, è il punto in cui le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera smettono di salire, si stabilizzano e iniziano a diminuire su base annuale.

Il climate drawdown è il punto in cui inizia il processo per fermare ulteriori cambiamenti climatici e scongiurare un riscaldamento potenzialmente catastrofico. È un punto di svolta fondamentale per la vita sulla Terra.

Project Drawdown è il nome di un progetto di mitigazione del cambiamento climatico avviato dall’imprenditore ambientalista Paul Hawken e dall’attivista per il clima Amanda Joy Ravenhill.

Riferimenti: https://drawdown.org/drawdown-framework

e

Il termine ecocidio può riferirsi all’opera di consapevole distruzione dell’ambiente naturale. Tuttavia, fino a poco tempo fa il termine non possedeva una definizione legale.

Nel novembre 2020, il Gruppo di esperti indipendenti per la definizione giuridica del termine “ecocidio” è stato convocato dalla Fondazione Stop Ecocide su richiesta dei parlamentari interessati dai partiti al governo in Svezia. L’innovativo lavoro di redazione del gruppo di esperti indipendenti è stato completato nel giugno 2021.

La nuova definizione stabilisce che l’ecocidio si riferisce ad “atti illeciti o arbitrari commessi con la consapevolezza che esiste una forte probabilità che tali atti provochino danni gravi e diffusi o a lungo termine all’ambiente.

Riferimenti: 
https://ecocidelaw.com/legal-definition-and-commentary-2021/

File pdf: Independent Expert Panel for the Legal Definition of Ecocide. COMMENTARY AND CORE TEXT. June 202

https://www.treccani.it/vocabolario/ecocidio/

Petizione internazionale: https://www.stopecocidio.it/

L’ecologia è la disciplina scientifica che si occupa dello studio delle interrelazioni che intercorrono fra gli organismi e l’ambiente che li ospita. Si occupa di tre livelli di gerarchia biologica: individui, popolazioni e comunità.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/ecologia

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.

In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che un prodotto ha terminato la sua funzione, infatti, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore

I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo.

Riferimenti:
https://www.europarl.europa.eu/economia-circolare-definizione

Un ecosistema è il complesso degli organismi viventi, il loro ambiente fisico e tutte le loro interrelazioni in una particolare unità di spazio. L’ecosistema rappresenta l’unità funzionale fondamentale in ecologia.

Un ecosistema può essere classificato nei suoi costituenti abiotici, cioè minerali, clima, suolo, acqua, luce solare e tutti gli altri elementi non viventi, e nei suoi costituenti biotici, cioè tutti i suoi membri viventi. Il collegamento tra questi componenti è rappresentato da due forze principali: il flusso di energia attraverso l’ecosistema e il ciclo di nutrienti all’interno dell’ecosistema. 

Gli ecosistemi variano in dimensioni: alcuni sono abbastanza piccoli da essere contenuti all’interno di singole goccioline d’acqua mentre altri sono abbastanza grandi da comprendere interi paesaggi e regioni.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/ecosystem

https://www.treccani.it/enciclopedia/ecosistema

https://www.cbd.int/ecosystem/

Il fenomeno fisico delle emissioni inquinanti consiste nel rilascio di sostanze chimiche che mutano la composizione o lo stato fisico dell’atmosfera alterando, in tal modo, le condizioni di salubrità dell’aria e influendo sulle risorse biologiche, gli ecosistemi e le infrastrutture.

Le emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti sono la causa di alcuni dei problemi ambientali più gravi e urgenti da affrontare: qualità dell’ariaclimate changebuco dell’ozono, ecc.

Individuare e conoscere la natura degli inquinanti atmosferici e disporre dei dati delle emissioni sono prerogative fondamentali per la formulazione di politiche ambientali sulla qualità dell’aria e il monitoraggio della loro efficacia.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/emissioni-inquinanti

https://www.isprambiente.gov.it/emissioni-in-atmosfera

Le emissioni di scope 1 sono le emissioni dirette di gas serra che provengono da fonti che sono di proprietà o controllate dalla società. Ne sono un esempio le emissioni da combustione generate da caldaie, forni, veicoli aziendali di proprietà dell’azienda. Inoltre, ne fanno parte anche le emissioni di sostanze chimiche prodotte da apparecchiature durante i  processi produttivi. In termini tecnici, le scope 1 sono le emissioni generate dalle attività rientranti nei “confini organizzativi” dell’impresa, nella propria attività core.

Le emissioni dirette di COderivanti dalla combustione della biomassa non devono essere inclusi nello scope 1 ma devono, piuttosto, essere segnalate separatamente.

Riferimenti: 
https://ghgprotocol.org/sites/ghg-protocol-revised (.pdf)

Le emissioni di scope 2 sono quelle emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione di elettricità acquistata e consumata dall’azienda. In termini tecnici, le scope 2 sono le emissioni indirette dovute alla produzione dell’elettricità, del vapore o del calore (es. teleriscaldamento) prodotti da soggetti terzi ed in luoghi diversi da quelli di utilizzo, ma comunque responsabilità dell’azienda in quanto utilizzatrice finale.

È importante notare che le emissioni di scope 2, quindi, si verificano fisicamente nell’impianto in cui viene generata energia elettrica. Diventa necessario, pertanto, stabilire chi e come debba misurare queste emissioni.

Riferimenti: 
https://ghgprotocol.org/sites/default/files/standards/ghg-protocol-revised.pdf

Lo scope 3 è, al momento, una categoria di reporting facoltativa che consente il trattamento di tutte le altre emissioni indirette. Le emissioni di scope 3 sono una conseguenza delle attività della società, ma provengono da fonti non possedute o controllate dalla società. Alcuni esempi sono l’estrazione e la produzione di materiali acquistati, il trasporto di combustibili acquistati e l’uso di prodotti e servizi venduti.

Le emissioni di scope 3 sono, quindi, quelle emissioni indirette situate dentro la catena del valore dell’azienda, nelle fasi upstream e downstream. Nonostante siano generate da asset o impianti o processi non direttamente controllati dall’azienda, sono riconducibili alle attività aziendali e spesso, peraltro, costituiscono la categoria più rilevante in termini quantitativi (per molte aziende le emissioni di ccope 3 rappresentano oltre il 70% della loro impronta di carbonio).

Riferimenti: 
https://ghgprotocol.org/sites/default/files/standards/ghg-protocol-revised.pdf

https://www2.deloitte.com/uk/en/focus/climate-change/zero-in-on-scope-1-2-and-3-emissions.html

L’energia elettrica (cioè l’energia di una corrente elettrica) è legata al fenomeno dell’elettricità, associato a cariche elettriche stazionarie o in movimento. La carica elettrica è una proprietà fondamentale della materia ed è trasportata dalle particelle elementari.
Nell’elettricità la particella coinvolta è l’elettrone, che porta una carica designata, per convenzione, come negativa. Pertanto, le varie manifestazioni dell’elettricità sono il risultato dell’accumulo o del movimento di un certo numero di elettroni.

L’energia elettrica si ottiene da processi di trasformazione di altri tipi di energia (chimica, meccanica, luminosa, termica ecc.) che avvengono nell’interno dei generatori di corrente (pile chimiche, dinamo e alternatori, pile fotoelettriche, termopile ecc.).

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/energia-elettrica

https://www.britannica.com/science/electricity

In fisica, la radiazione elettromagnetica è la propagazione nello spazio dell’energia del campo elettromagnetico. È emessa da particelle cariche accelerate, che possono quindi interagire con altre particelle cariche. Di conseguenza, tutti i corpi, avendo al proprio interno particelle cariche in movimento, emettono spontaneamente radiazione elettromagnetica.

La radiazione elettromagnetica (in particolare, la radiazione luminosa), che può essere descritta come la propagazione sia di onde elettromagnetiche, sia di fotoni (corpuscoli con massa nulla), è classificabile come radiazione ondulatoria o come radiazione corpuscolare, a seconda della rappresentazione più adeguata al fenomeno oggetto di studio.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/electromagnetic-radiation

https://www.treccani.it/enciclopedia/radiazione/

Energia rinnovabile ricavata dalla conversione della forza cinetica del vento in energia meccanica o elettrica. Si tratta di una delle prime forme d’energia sfruttate dall’essere umano: si pensi alla vela, utilizzata per la propulsione navale, oppure alla tecnologia del mulino in ambito agricolo, artigianale e industriale.

La produzione di energia elettrica dallo sfruttamento del vento ha avuto un rapido sviluppo a partire dagli anni Settanta del Novecento, in risposta alla necessità di individuare nuove fonti di approvvigionamento energetico, a causa dei crescenti costi dell’energia derivata da fonti fossili.

L’elettricità viene prodotta per mezzo di un aerogeneratore, ossia una turbina posta su un asse verticale e messa in moto da alcune pale rotanti. Al fine di assicurare un rendimento ottimale, le turbine eoliche vengono installate sui rilievi collinari e montuosi, o in altri luoghi che garantiscano adeguate condizioni di vento (eolico on-shore) ma possono essere collocati anche in mare aperto (eolico off-shore).

Generalmente, gli aerogeneratori vengono disposti a gruppi (si parla in tal caso di parchi eolici), così da sfruttare aree dalle condizioni particolarmente favorevoli e costituire nuclei apprezzabili di produzione elettrica da collegare alla rete di distribuzione.

Rispetto all’energia derivata da combustibili fossili, l’energia eolica presenta vantaggi rilevanti: è rinnovabile, abbondante, distribuita in modo uniforme su tutto il pianeta e non produce alcun gas serra. Inoltre, gli aerogeneratori presentano bassi costi di smantellamento e i materiali con cui sono costruiti sono riciclabili. Per contro, la sua produttività è condizionata dalla variabilità del vento.

Alcune critiche sono state sollevate circa l’impatto estetico che i generatori eolici, alti anche più di 100 metri, hanno sul paesaggio, così come l’inquinamento acustico prodotto dagli impianti, nonché il rischio di morte per gli uccelli migratori.

Secondo la Statistica annuale di WindEurope 2021, l’Unione Europea ha realizzato solo 11 GW di nuovi impianti eolici nel 2021 e installerà 18 GW all’anno tra il 2022 e il 2026 ma, per raggiungere i target europei al 2030, si dovranno installare almeno 30 GW annuali nel medesimo intervallo di tempo.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/energia-eolica/

https://windeurope.org/ElectricCity2021/

È l’energia associata allo stato termico all’interno della crosta terrestre. Infatti, il lento decadimento delle particelle radioattive nel nucleo terrestre (un processo che avviene in tutte le rocce) produce energia geotermica. Questa forma di energia potrebbe risultare determinante per l’affermazione di un sistema energetico planetario sostenibile basato sullo sviluppo delle energie rinnovabili, sia per le favorevoli prospettive presentate da alcuni innovativi sistemi di sfruttamento del calore interno della Terra sia per le potenzialità di sviluppo offerte in funzione della disponibilità delle risorse non utilizzate. 

L’energia geotermica viene utilizzata in tre settori: usi ad alta entalpia (alto scambio energetico con l’esterno) per la produzione di energia elettrica e impieghi industriali; usi a bassa entalpia per fini civili, agricoli e industriali; usi termali, per fini terapeutici e ricreativi.

I sistemi geotermici si classificano in relazione ai tipi di fluidi erogati in superficie. L’energia geotermica ad alta entalpia utilizza fluidi con temperatura superiore a 150 °C mentre quella a bassa entalpia utilizza fluidi con temperatura inferiore a 100 °C; alcuni studiosi identificano anche un’energia geotermica a media entalpia, con temperatura dei fluidi compresa tra 100 e 150 °C.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/energia-geotermica

https://www.eia.gov/energyexplained/geothermal/

https://www.unionegeotermica.it/

File pdf: Stime di crescita della geotermia in Italia 2016–2030, con proiezioni al 2050

Fonte di energia rinnovabile che sfrutta l’energia potenziale di una massa d’acqua in quiete, posta a una determinata quota altimetrica, e/o l’energia cinetica di una corrente, trasformandola in energia meccanica.

Nella centrale idroelettrica l’energia meccanica viene a sua volta trasformata in energia elettrica mediante un impianto elettromeccanico (alternatore accoppiato a una turbina):  l‘acqua viene diretta ad azionare il movimento meccanico delle turbine, il cui movimento rotatorio aziona gli alternatori: in questo modo l’energia potenziale dell’acqua in caduta o in movimento, convertita in energia meccanica nel momento in cui aziona le turbine, diventa energia elettrica.

Esistono varie tipologie di impianto idroelettrico, sostanzialmente riconducibili a due categorie: a bacino e ad acqua fluente. Negli impianti a bacino, l’acqua trattenuta mediante uno sbarramento (diga) e raccolta in un bacino viene convogliata a valle, attraverso condotte forzate o canali. In alcuni impianti a bacino l’acqua viene riportata in quota nelle ore notturne, per mezzo di pompe. Gli impianti ad acqua fluente, invece, sono costituiti da una traversa che preleva e devia l’acqua del fiume verso la centrale: questi impianti richiedono portate tendenzialmente costanti.

Negli ultimi anni si stanno sviluppando tecniche innovative di produzione di energia elettrica che sfruttano il potenziale delle onde, delle maree, delle correnti marine, del gradiente di temperatura tra fondo e superficie degli oceani e anche della osmosi tra acque dolci e acque salate alle foci dei fiumi.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/idroelettrico-e-mini-idrico_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/

https://www.treccani.it/enciclopedia/impianto-idroelettrico

È l’energia che riguarda la forza motrice esplicata dai movimenti delle maree. Si sfrutta nella centrale mareomotrice, cioè una centrale elettrica che sfrutta le variazioni del livello marino dovute alle maree: l’acqua del mare va a riempire durante l’alta marea un bacino appositamente costruito e ne esce durante la bassa marea, mettendo così in azione, sia nella fase di riempimento sia in quella di svuotamento, una turbina idraulica collegata con un generatore elettrico (è detta anche centrale talassomotrice cimoelettrica).

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/mareomotrice

L’energia nucleare è una forma di energia rilasciata dai nuclei di determinati elementi chimici, nell’ambito di due processi distinti e separati:

• la fissione nucleare che consiste nello splitting di un nucleo pesante (p.e. quello dell’uranio) in due o più nuclei più leggeri;
• la fusione nucleare che consiste, invece, nell’unione di due nuclei leggeri (p.e. quelli di deuterio e trizio, due isotopi dell’idrogeno) a formarne uno più pesante.

La produzione di energia elettrica mediante centrali nucleari è tutt’oggi oggetto di dibattito in Europa e, in generale, nel mondo.

Riferimenti: 
iaea.org/what-is-nuclear-energy

treccani.it/enciclopedia/energia-nucleare

Le fonti di energia rinnovabile sono fonti energetiche non soggette ad esaurimento perché naturalmente reintegrate in una scala temporale umana tramite processi fisici, come avviene ad esempio per la luce solare, il vento, il ciclo dell’acqua, le maree, le onde e il calore geotermico.

Il potenziale delle energie rinnovabili è molto più grande di tutta l’energia che viene utilizzata da tutte le economie della Terra. La sfida odierna è quella di catturare e utilizzare queste energie per fornire i servizi energetici desiderati nella maniera più conveniente possibile, dal punto di vista economico.

I costi della maggior parte delle tecnologie rinnovabili sono diminuiti e i progressi tecnologici previsti nel prossimo futuro comporterebbero ulteriori riduzioni dei costi.

Alcune risorse rinnovabili come l’eolico e il solare sono variabili e possono non essere sempre disponibili quando necessario. Inoltre, la densità energetica di molte fonti rinnovabili è relativamente bassa, e i loro livelli di potenza possono essere insufficienti da soli per alcuni obiettivi su larga scala negli impianti industriali.

In particolare per i paesi in via di sviluppo, il legame tra lo sviluppo economico e la necessità di servizi energetici moderni risulta evidente. L’accesso all’energia pulita e affidabile costituisce un importante prerequisito per i determinanti fondamentali dello sviluppo umano, contribuendo, tra l’altro, all’attività economica, alla generazione di reddito, alla riduzione della povertà, alla salute, all’istruzione e alla parità di genere (Kaygusuz, 2007; UNDP, 2007).

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/energie-rinnovabili

https://www.un.org/en/climatechange/what-is-renewable-energy

https://www.eia.gov/energyexplained/renewable-sources/

https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/03/Chapter-1-Renewable-Energy-and-Climate-Change-1.pdf

Energia termica è sinonimo di energia interna, perchè rappresenta la quantità di energia posseduta da un sistema termodinamico in un determinato stato di equilibrio, caratterizzato da una data temperatura sopra lo zero assoluto.

In particolare, nella tecnologia delle macchine termine dello sfruttamento delle fonti energetiche, l’energia posseduta dal fluido agente (acqua, vapore, aria, ecc.) in virtù dell’elevata temperatura raggiunta in seguito a processi di combustione, reazioni nucleari, fenomeni vulcanici, ecc., e che può essere in parte trasformata in energia utilizzabile (elettrica, meccanica, ecc.).

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/termico

Per energia solare si intende quella forma di energia emessa dal Sole sotto forma di radiazione solare. Quest’ultima produce calore, innescando reazioni chimiche o generando elettricità.

Il Sole è la sorgente dell’energia solare, che viene prodotta al suo interno da reazioni di fusione nucleare. Questa energia viene irraggiata all’esterno sotto forma di luce visibile e di altre radiazioni: una piccola parte arriva sulla Terra, ed è quella che rende possibile la vita così come la conosciamo noi, mantenendo temperature medie adatte agli organismi viventi e fornendo i flussi energetici che alimentano i vegetali attraverso la fotosintesi. La quantità totale di energia solare incidente sulla Terra è, in ogni caso, di gran lunga superiore al fabbisogno energetico attuale e previsto del mondo.

Il Sole illumina tutti i punti del nostro pianeta per lo stesso numero di ore ogni anno, ma la quantità di energia che arriva a terra è molto diversa da punto a punto per l’inclinazione dei raggi rispetto alla verticale, che è mediamente molto più elevata alle alte latitudini, che vicino all’equatore: infatti quanto maggiore è l’inclinazione tanto minore è la luce che incide su un metro quadrato di superficie orizzontale; inoltre i raggi obliqui attraversano un maggiore spessore di atmosfera, con relativa attenuazione dell’intensità luminosa.
La quantità di radiazione solare che arriva a terra dipende anche dal grado di trasparenza dell’atmosfera, e quindi dalla presenza o meno di nuvolosità, di foschia, ecc.

L’energia solare si può sfruttare in due modi:

  • per riscaldare fluidi tramite energia termica;
  • per generare energia elettrica sfruttando l’effetto elettromagnetico.

Più precisamente, gli impianti in grado di convertire energia solare in elettricità e calore sono chiamati anche solar farms e si suddividono, essenzialmente, in sistemi solari fotovoltaici e sistemi solari termici. Negli ultimi anni, lo sviluppo tecnologico degli impianti solari termici e fotovoltaici ha raggiunto livelli importanti; unitamente al fatto che l’attenzione verso l’ambiente è divenuta sempre più importante, possiamo vedere nei centri abitati sempre più tetti che presentano pannelli.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/energia-solare_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://www.treccani.it/enciclopedia/effetto-fotovoltaico

https://www.britannica.com/science/solar-energy

Gli analisti energetici sviluppano e mantengono una comprensione di alto livello dei mercati energetici individuando, raccogliendo e analizzando i dati energetici e lavorano in una varietà di posizioni presso società di ingegneria specializzate nell’efficienza degli edifici.

Gli analisti energetici, oltre ad apprendere i meccanismi del mercato energetico e analizzare dati complessi, dovrebbero: 

  • comprendere e quantificare le tendenze che incidono sul settore;
  • presentare rapporti previsionali, dati e informazioni su queste tendenze in un formato utile e facilmente comprensibile;
  • aiutare i clienti a comprendere le potenziali opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica delle loro strutture misurando l’efficienza energetica di un edificio, utilizzando le informazioni raccolte dai contatori e dalle bollette e fornendo consigli sui metodi di conservazione;
  • visitare i siti per ispezionare le strutture, valutare le misure e i programmi di risparmio energetico e condurre audit energetici;
  • misurare l’efficienza, analizzando i dati sull’energia utilizzata, sviluppano modelli energetici per gli edifici, raccomandano miglioramenti e assistono gli appaltatori con supporto tecnico durante il processo di installazione.

     

Riferimenti:
https://www.glassdoor.com/Career/energy-analyst-career_KO0,14.htm

https://hvaccareermap.org/jobs/energy-analyst

Un consulente energetico fornisce alle aziende un supporto completo per la gestione di tutte le questioni relative all’energia, come i processi di fornitura di energia. Può aiutare a promuovere un processo decisionale più informato sui mercati dell’energia, sviluppando strategie strutturate per l’approvvigionamento e la gestione del rischio.

Un consulente energetico visita l’azienda di un cliente per effettuare un audit energetico al fine di determinare il livello di utilizzo energetico e di efficienza energetica del sito. La visita può comportare l’analisi delle fatture energetiche e l’ispezione delle attrezzature. Dall’esito dell’audit energetico verrà fornita al cliente una relazione che presenterà un quadro completo dei suoi bisogni energetici, al fine di ridurre il consumo di energia.

Riferimenti:
https://targetjobs.co.uk/careers-advice/job-descriptions/energy-consultant-job-description

https://corporate.enelx.com/it/question-and-answers/what-is-an-energy-advisor-and-what-does-he-do

Gli enzimi sono sostanze di natura proteica prodotte dalle cellule con funzione di catalizzatori, in grado cioè di favorire o accelerare determinate reazioni chimiche negli organismi viventi. 

Le sostanze sulla cui trasformazione gli enzimi agiscono per velocizzarla, sono dette substrati.
A differenza dei catalizzatori inorganici, molti enzimi sono capaci di agire soltanto su un determinato tipo di substrato, specifico per ognuno di essi.

Riferimenti: 
www.humanitas.it/enzimi/

www.treccani.it/enzima

www.genome.gov/Enzyme

www.britannica.com/enzyme

L’erosione designa una serie di processi fisico-chimici la cui azione abrasiva e alterante, esercitata con varie modalità, determina l’indebolimento strutturale e/o la rimozione delle parti superficiali della litosfera, ovvero delle rocce, e dei suoli, di cui ne sono responsabili gli agenti erosivi naturali, come gli agenti meteorici, il vento, le acque fluviali, il mare o i ghiacciai.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/vocabolario/erosione/

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/E/erosione.shtml

Si tratta di organizzazioni o individui che hanno sviluppato specifiche competenze nel campo dell’investimento sostenibile e responsabile. I consulenti ESG, infatti, svolgono funzioni di affiancamento agli investitori nella definizione delle politiche e delle strategie SRI (vedi definizione “Investimento sostenibile e responsabile”), di modo che queste risultino coerenti con le specifiche esigenze ed i principi di chi si avvale della loro consulenza.

Nella maggior parte dei casi, questo tipo di servizio viene offerto dalle stesse agenzie di rating ESG (vedi definizione “Agenzia di rating ESG”); in altri casi, gestori specializzati sui temi di sostenibilità lo integrano nei servizi di asset management.

Riferimenti:
https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/consulente-esg.html

Il Rating ESG (o Rating di sostenibilità) fornisce un giudizio sintetico sul profilo o sulle caratteristiche di sostenibilità di un’impresa o di uno strumento finanziario, sull’esposizione ai rischi per la sostenibilità o sull’impatto sulla società e/o sull’ambiente. Il rating ESG non sostituisce quello tradizionale (rating creditizio) ma ne risulta complementare. 

Esistono due principali modalità per calcolare un rating ESG:

  • la valutazione del grado di allineamento e compliance di un’azienda, un fondo o una nazione, alle indicazioni internazionali in ambito sostenibilità (definite da istituzioni come l’UE, l’ONU e l’OCSE);
  • la misurazione del valore economico di un’azienda e la quantificazione del rischio causato dai fattori ESG: valutare l’entità dei rischi ESG significa attribuire punteggi tanto più bassi quanto minore è il rischio (dovuto a valutazioni migliori in ambito ESG), e viceversa. 

Il rating, solitamente, viene espresso in una scala alfanumerica che indica i diversi range di probabilità di default. Tuttavia, i rating ESG mirano alla misurazione dei rischi ESG che risultano finanziariamente rilevanti (si veda il concetto di materialità finanziaria). Pertanto, in base alla loro esposizione ai rischi ESG e al modo in cui gestiscono tali rischi rispetto ai competitor, le aziende ricevono un giudizio sintetico che varia, solitamente, tra leader (AAA, AA), medio (A, BBB, BB) a laggard (B, CCC). 

Lo score ESG è un’analisi quantitativa e automatica basata su modelli statistici (es. algoritmi di machine learning) che impiegano un’ampia gamma di informazioni storiche sull’impresa valutata come bilanci, settore di appartenenza, abitudini di pagamento, e ritorna un punteggio numerico.

Attraverso algoritmi specifici, infatti, si possono convertire le specifiche metriche ESG (come le emissioni di carbonio di un’azienda, la diversità del consiglio di amministrazione, ecc.) in punteggi numerici (score ESG), che alla fine vengono sintetizzati con le analisi qualitative in un’unica valutazione primaria (rating ESG).

Ad esempio, le metriche per cui calcolare uno score ESG potrebbero essere:

  • Emissioni di carbonio;
  • Approvvigionamento idrico;
  • Biodiversità;
  • Sfruttamento del suolo;
  • Altre emissioni tossiche;
  • Gestione dei rifiuti.


Riferimenti: 
https://jesg.pm-research.com/content/1/3/3

https://www.cerved.com/rating-e-score-cosa-sono-e-a-cosa-servono/

https://finscience.com/en/blog/esg/sustainability-score-how-to-calculate-and-what-concernes-with-esg-score/

Il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading System – EU ETS) è il principale strumento adottato dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione. Il sistema è stato introdotto e disciplinato nella legislazione europea dalla Direttiva (UE) 2018/410 (Direttiva ETS).

Il sistema opera in fasi di trading. Giunto alla sua quarta fase commerciale (2021-2030), il quadro ETS è stato sottoposto a diverse revisioni per mantenere l’allineamento del sistema con gli obiettivi generali della politica climatica dell’UE.

Il quadro legislativo dell’EU ETS per la fase 4 è stato rivisto nel 2018 per garantire riduzioni delle emissioni a sostegno dell’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030 (del -55% rispetto al livello del 1990) e nell’ambito del contributo dell’UE all’accordo di Parigi.

Riferimenti: 
https://climate.ec.europa.eu/eu-action/eu-emissions-trading-system-eu-ets_it#the-eu-ets-framework

https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/emission_trading/direttiva_UE_14_03_2018_410.pdf

https://climate.ec.europa.eu/system/files/2017-03/ets_handbook_en.pdf

https://www.mite.gov.it/pagina/la-nuova-direttiva-ets-2018410ue-emission-trading-system-nel-periodo-2021-2030

https://www.isprambiente.gov.it/it/servizi/registro-italiano-emission-trading/contesto/emission-trading-europeo

Gli European Heritage Days (EHD), conosciute anche come “Giornate Europee del Patrimonio” rappresentano l’evento culturale partecipativo più celebrato e condiviso dai cittadini europei. Il Consiglio d’Europa ha lanciato l’iniziativa nel 1985 e nel 1999 è stata affiancata dall’Unione Europea per creare l’azione comune, che è proseguita fino ai giorni nostri. In teoria, il Programma, che può vantare fino a 20 milioni di visitatori ogni anno, genera il maggior valore, Euro per Euro, di qualsiasi altro progetto culturale europeo.

Nel 2022, gli EHD hanno celebrato il patrimonio sostenibile, per incoraggiare un’ampia gamma di edifici ad aprire le loro porte per esplorare il loro ruolo in un futuro sostenibile. Gli edifici storici dimostreranno sempre più il loro impatto nel preservare le identità locali, oltre a mostrare come i siti del patrimonio a rischio possono essere restaurati o riadattati utilizzando tecniche, abilità e materiali tradizionali di ristrutturazione come parte di uno sviluppo urbano sostenibile

Riferimenti: 
https://www.europeanheritagedays.com/EHD-Programme/About/About-Us

https://www.europeanheritagedays.com/Shared-Theme/Sustainable-Heritage-2022

L’eutrofizzazione è un processo degenerativo delle acque indotto dall’eccessivo apporto di sostanze nutritive (azoto, fosforo ed altre sostanze fitostimolanti) trasportate a mare dai fiumi e dagli insediamenti costieri. Il fenomeno è dovuto allo sversamento dei fertilizzanti usati nella coltivazione delle terre circostanti o all’inquinamento organico prodotto dalle attività umane o a prodotti di rifiuto industriali. 

Negli ambienti acquatici si nota un notevole sviluppo della vegetazione e del fitoplancton (fioritura algale). Il loro aumento numerico comporta una limitazione degli scambi gassosi (e, quindi, anche del passaggio in soluzione dell’ossigeno atmosferico).

Inoltre, quando le alghe muoiono, vi è una conseguente forte diminuzione di ossigeno a causa della loro decomposizione e i processi di putrefazione e fermentazione associati liberano grandi quantità di ammoniaca, metano e acido solfidrico, rendendo l’ambiente inospitale anche per altre forme di vita. In aggiunta, al posto dei microrganismi aerobici (che necessitano di ossigeno) subentrano quelli anaerobici (che non hanno bisogno di ossigeno) che sviluppano sostanze tossiche e maleodoranti.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/eutrophication

https://www.treccani.it/enciclopedia/eutrofizzazione

https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/mare/scopri-di-piu/eutrofizzazione

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/E/eutrofizzazione.shtml

https://dizionari.repubblica.it/Italiano/E/eutrofizzazione.html

Fenomeno, detto anche vaporizzazione, del passaggio di un corpo dallo stato liquido allo stato aeriforme, con conseguente diminuzione del liquido stesso.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/evaporazione

I rifiuti elettronici, detti anche e-waste o WEEE (Waste of Electric and Electronic equipment), varie forme di apparecchiature elettriche ed elettroniche che hanno cessato di avere valore per i loro utenti o non soddisfano più il loro scopo originario, a causa di ridondanza sul mercato, sostituzione o rottura. 

*NOTA: per approfondimenti sulla defizione normativa utilizzata dall’Unione Europea, consulta la voce “RAEE” nel glossario.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/technology/electronic-waste

https://globalewaste.org/what-is-e-waste/

f

I fattori ESG sono criteri di valutazione che considerano la capacità di un’organizzazione di gestire gli impatti ambientali (E) e sociali (S) e la forza della sua struttura di governance (G). Al momento, nonostante sia già stato pubblicato il regolamento tassonomico sul pilastro E (vedi Reg. UE 852/2020), non esiste una tassonomia definitiva dei fattori ESG, perché sono spesso interconnessi e può risultare difficile classificare un problema ESG soltanto come un problema ambientale, sociale o di governance.

Le considerazioni ambientali potrebbero includere la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, nonché l’ambiente più in generale (ad es., la conservazione della biodiversità, la prevenzione dell’inquinamento e l’economia circolare).
Le metriche da valutare in questa categoria potrebbero essere:

  • Cambiamenti climatici ed emissioni di carbonio;
  • Inquinamento dell’aria e dell’acqua;
  • Biodiversità;
  • Deforestazione;
  • Efficienza energetica;
  • Gestione dei rifiuti;
  • Consumi idrici.


Le considerazioni sociali
 possono riferirsi a questioni di disuguaglianza, inclusività, relazioni di lavoro, investimenti nel capitale umano e nelle comunità, nonché questioni relative ai diritti umani.
Le metriche da valutare in questa categoria potrebbero essere:

  • Soddisfazione del cliente;
  • Protezione dei dati e privacy;
  • Genere e diversità;
  • Coinvolgimento dei dipendenti;
  • Relazioni con la comunità;
  • Diritti umani;
  • Standard del lavoro.


La governance delle istituzioni pubbliche e private (comprese le strutture di gestione, i rapporti con i dipendenti e la remunerazione dei dirigenti) svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’inclusione delle considerazioni sociali e ambientali nel processo decisionale.
Le metriche da valutare in questa categoria, potrebbero essere:

  • Composizione del consiglio di amministrazione;
  • Struttura del comitato di audit;
  • Concussione e corruzione;
  • Compensi dei dirigenti;
  • Lobbying;


I fattori ESG, in particolare, sono da tempo all’attenzione del mondo della finanza: i nuovi modelli di business sostenibili degli intermediari, infatti, possono a loro volta agevolare l’evoluzione dell’economia (direzionando i fondi) e della società nel suo complesso verso standard virtuosi di inclusione sociale, tutela dell’ambiente, resilienza a shock esterni e interni.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/money/environmental-social-governance

https://finance.ec.europa.eu/sustainable-finance/overview-sustainable-finance_en

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2022/SIANI_11_marzo_2022.pdf

https://www.robeco.com/en/key-strengths/sustainable-investing/glossary/esg-definition.html

La fibra di canapa (o “canapa tessile”) è una fibra tessile ottenuta dal floema (lo strato di tessuti della corteccia più interno) dei fusti delle piante di Cannabis sativa.

Le fibre di canapa sono costituite da circa il 70% da cellulosa, il 15% da emicellulosa, il 3% da lignina, l’1-3% da pectina e il resto da proteine, minerali, grassi e cere

Alcuni dei motivi principali per cui la fibra di canapa sta diventando sempre più attraente per l’uso nell’industria dei materiali compositi e nel settore tessile (moda, rivestimenti ecc.) sono:

  • elevata resistenza;
  • flessibilità;
  • basso costo di produzione;
  • proprietà di ecocompatibilità e biodegradabilità. 


Riferimenti: 
www.sciencedirect.com/hemp-fiber

www.sciencedirect.com/natural-fiber

Proprietà della fibra di canapa e lavorazione del tessuto: una rassegna (Malgorzata Zimniewska, 2022)

www.treccani.it/canapa

Fibre e Cellulosa di Canapa (Melosini, 2017)

Una filiera sostenibile consente di valutare l’organizzazione nel suo insieme, dall’origine dei prodotti fino alla vendita, e deve essere monitorata costantemente. È fondamentale pretendere che l’intera filiera riesca a conseguire gli standard di sostenibilità che la stessa organizzazione si è prefissata.

I principali vantaggi di una filiera sostenibile sono da ricercare in: costi inferiori; maggiore attrattività per investitori; maggior interesse dei consumatori; minore rischio normativo e conformità alle proposte dell’UE.

Secondo il Global Compact ONU (Patto mondiale della Nazioni Unite), i principali fattori da tenere in considerazione per una filiera sostenibile sono tre:

  • La riduzione dei rischi legati alla sostenibilità, come le interruzioni o i ritardi della catena di fornitura che potrebbero essere associati alle pratiche dei fornitori in materia di diritti umani, norme su lavoro, ambiente e anticorruzione;
  • L’attenzione alla produttività guidata dalla sostenibilità nella catena di approvvigionamento che aumenta l’efficienza e aiuta a risparmiare, riducendo gli sprechi di materie prime, trasporti ed energia;
  • Una catena di approvvigionamento sostenibile può portare a una crescita avvantaggiata dalla sostenibilità, aiutando le aziende a promuovere l’innovazione e soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti.
 

Il fitoplancton è l’insieme di tutti gli organismi acquatici vegetali che fanno parte del plancton (vedi voce dedicata). 

Il fitoplancton è la forma di vita vegetale più importante per gli ecosistemi acquatici. È composto da numerose specie di alghe unicellulari che vivono in sospensione nelle acque, non solo marine, ma anche fluviali e lacustri. Nonostante le ridotte dimensioni, gli organismi che lo compongono sono fra i più abbondanti degli oceani e costituiscono una fonte di nutrimento essenziale per la sopravvivenza di tutte le altre forme di vita acquatiche. Rappresentano, inoltre, i principali produttori di ossigeno negli ecosistemi marini e incidono in modo importante anche sull’ossigenazione terrestre.

Secondo la Direttiva Quadro sulle Acque, il fitoplancton è uno degli Elementi di Qualità Biologica (EQB)  da valutare per verificare lo stato ecologico delle acque marino-costiere. Le ARPA (Agenzie regionali per la protezione ambientale) eseguono, pertanto, monitoraggi periodici che ne descrivono lo stato tramite l’Indice di biomassa fitoplanctonica.

Il concetto di food safety tratta della sicurezza alimentare intesa come igiene e salubrità di un alimento, quale condizione essenziale per tutelare la salute umana, secondo le vigenti norme nazionali e comunitarie in materia di sicurezza alimentare. A garanzia di ciò, si devono rispettare le basilari regole igienico-sanitarie lungo la catena di produzione alimentare, così da prevenire le malattie e da poter consumare alimenti nutrienti per una dieta sana (FAO, 2022). Gli alimenti non sicuri provocano l’insorgere di una serie di patologie cui si accompagna la malnutrizione, che colpisce particolarmente bambini, giovani, anziani e indigenti (WHO, 2022).

Riferimenti:
FAO, Food and Agriculture Organization of the United Nations. Food safety, 2022. https://www.fao.org/a0104e08

WHO, World Health Organization. Food safety, 2022. https://www.who.int/food-safety

La food security si definisce come la condizione per cui i popoli, in qualunque momento, abbiano accesso fisico, sociale ed economico a prodotti alimentari nutrienti in maniera sufficiente e sicura, cosicché possano adottare una corretta alimentazione e soddisfare le proprie scelte alimentari per condurre una vita sana e attiva (FAO, 2022). Oltre a contribuire alla sicurezza alimentare socio-economica e all’accessibilità alla nutrizione, un sicuro approvvigionamento alimentare promuove di conseguenza l’economia, gli scambi commerciali ed il turismo di un’intera nazione, foraggiando lo sviluppo sostenibile (WHO, 2022).

Riferimenti:
FAO, Food and Agriculture Organization of the United Nations. Chapter 2. Food security: concepts and measurement, 2022. https://www.fao.org/y4671e06

WHO, World Health Organization. Food safety, 2022. https://www.who.int/food-safety

Il fotone è il mediatore dell’interazione elettromagnetica. Questo trasporta una quantità discreta (un “quanto”) di energia elettromagnetica pari a:

E = hν

dove h è una costante, detta costante di Planck, e ν è la frequenza della rispettiva onda elettromagnetica.

Il fotone è un bosone, cioè una particella con spin intero.

Riferimenti: 
pd.infn.it/perche-il-fotone-e-considerato-un-quanto-di-energia

Evolution of the modern photon”, Richard Kidd, James Ardini, Anatol Anton, American Journal of Physics, 57.

Genericamente, sintesi chimica determinata dalla luce (per es., la formazione dell’acido cloridrico da idrogeno e cloro esposti alla luce); il termine viene però usato quasi esclusivamente per la fotosintesi clorofilliana (o organicazione del carbonio), mediante la quale gli organismi forniti di clorofilla, utilizzando l’energia luminosa, trasformano, attraverso un complicato processo, composti inorganici (acqua e anidride carbonica) in composti organici a più alto contenuto energetico, i glicidi, che, direttamente o indirettamente, vanno a costituire i composti della materia vivente, sia vegetale sia animale.

Riferimenti: https://www.treccani.it/vocabolario/fotosintesi

Con i termini fotovoltaico, energia fotovoltaica o elettricità solare si intende la conversione diretta di energia luminosa in energia elettrica.

L’effetto fotovoltaico è il risultato di due fasi distinte: la prima è la conversione della radiazione elettromagnetica in energia chimica in particolari materiali; la seconda è la trasformazione di tale energia chimica in energia elettrica a opera di opportuni dispositivi detti celle solari. Le celle solari, infatti, sono realizzate con materiali (es. silicio, germanio ecc.) che diventano conduttori in seguito all’assorbimento dell’energia dei fotoni che costituiscono la radiazione luminosa.

L’impianto fotovoltaico è un sistema per la produzione di energia elettrica basato sull’effetto fotovoltaico. La struttura di un impianto fotovoltaico industriale si suddivide tra sistemi isolati e sistemi collegati alla rete di trasmissione dell’energia elettrica. Nel primo caso, ovviamente, occorrerà sempre la presenza di batterie per accumulare l’energia elettrica.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/photovoltaic-effect

https://www.treccani.it/enciclopedia/effetto-fotovoltaico

https://www.treccani.it/enciclopedia/tecnologie-fotovoltaiche_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/

g

Il 21 giugno 2022, ventinove governi donatori hanno concordato 5,33 miliardi di dollari di impegni al Global Environment Facility per i prossimi quattro anni (GEF-8 Replenishment), un aumento di oltre il 30% rispetto all’ultimo periodo operativo e un’ondata di sostegno agli sforzi internazionali per soddisfare la natura e obiettivi climatici.

Il finanziamento sosterrà iniziative su larga scala per affrontare la biodiversità e la perdita di foreste, migliorare la salute degli oceani, combattere l’inquinamento e ridurre gli effetti del cambiamento climatico entro il decennio.

Gran parte del finanziamento sarà erogato attraverso una serie di 11 programmi integrati (IP) che affrontano più minacce ambientali contemporaneamente. Una serie di riassunti informativi evidenzia il problema, le soluzioni integrate e i risultati attesi per ciascun programma.

https://www.thegef.org/who-we-are/funding

https://www.thegef.org/who-we-are/funding/gef-8-replenishment

Si parla di gender gap, o divario di genere, quando si presentano una o più differenze culturali tra due o più generi, demarcate socialmente nel corso dei secoli.

In particolare, con tale espressione si intende la sperequazione (che implica mancanza di uniformità ed equità nella ripartizione dei diritti) sociale e professionale esistente tra uomini e donne.

Riferimenti: 
www.treccani.it/gender-gap

dictionary.cambridge.org/gender-gap

www.britannica.com/gender-gap

Termine utilizzato per indicare progetti ingegneristici su larga scala che hanno l’obiettivo di rallentare o invertire gli effetti del cambiamento climatico. Ci si riferisce a qualsiasi tentativo di riequilibrare il clima della Terra attraverso un’azione umana indirizzata al suolo, agli oceani o all’atmosfera.

Riferimenti:
https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2021/04/07/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra_3123c8c1-698d-4bea-903a-49a0f44355a5.html

Scienza che studia il pianeta Terra con riferimento alla sua composizione, alla sua struttura e configurazione, alla sua superficie e ai processi che vi operano, cercando di giungere alla conoscenza dell’evoluzione che esso ha avuto sin dai primordi della sua formazione (circa 4,7 miliardi di anni fa). Costituisce un punto di convergenza di numerose discipline (le scienze della Terra) che hanno appunto come scopo lo studio della Terra nei suoi molteplici aspetti.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/geologia

La gestione basata sull’ecosistema (conosciuta anche come EBM, dall’inglese Ecosystem-based Management) è un approccio di gestione ambientale che riconosce l’intera gamma di interazioni all’interno di un ecosistema, inclusi gli esseri umani, piuttosto che considerare singoli problemi, specie o servizi ecosistemici. Pertanto, un obiettivo primario dell’EBM è bilanciare i diversi bisogni della società e dell’ambiente, che sono interconnessi.

Secondo la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) l’approccio ecosistemico è una strategia per la gestione integrata di terra, acqua e risorse biologiche che promuove la conservazione e l’uso sostenibile in modo equo. Pertanto, l’applicazione dell’approccio ecosistemico aiuta a raggiungere un equilibrio tra i tre obiettivi della Convenzione: conservazione, uso sostenibile e condivisione equa ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.

L’EBM, oggi, è ampiamente considerata come il paradigma dominante per bilanciare lo sviluppo sostenibile e la protezione della biodiversità.

Riferimenti:
The report of the Ecological Society of America Committee on the scientific basis for Ecosystem Management – file pdf 

https://www.integratedecosystemassessment.noaa.gov/about-iea/ecosystem-based-management

https://www.epa.gov/eco-research/ecosystem-based-management

https://www.cbd.int/ecosystem/description.shtml

L’agenzia federale statunitense NOAA adotta l’EBM per la gestione della acquee marine nella Zona economica esclusiva (ZEE) degli USA. In particolare, nel settore della pesca, questo approccio è denominato Gestione della pesca basata sugli ecosistemi o EBFM (dall’inglese Ecosystem-based Fisheries Management).

La strategia di gestione tradizionale per la pesca e altre risorse marine viventi consiste, infatti, nel concentrarsi su una specie isolatamente. Ad esempio, se la popolazione di una particolare specie è in calo, i gestori della pesca potrebbero decidere di ridurre il limite di cattura annuale l’anno successivo nel tentativo di ridurne la mortalità per pesca. Tuttavia, la pesca è solo una variabile che influenza la popolazione di una specie: entrano in gioco ulteriori elementi, come le interazioni con altre specie, gli effetti dei cambiamenti ambientali o l’inquinamento e altri fattori di stress sull’habitat e sulla qualità dell’acqua.

Riferimenti: 
https://www.fisheries.noaa.gov/national/ecosystems/ecosystem-based-fisheries-management

https://media.fisheries.noaa.gov/dam-migration/01-120.pdf

Il Fondo mondiale per l’ambiente (Global Environment Facility, GEF) è un’organizzazione che gestisce i finanziamenti per la protezione ambientale a sostegno di progetti legati alla biodiversità, alla lotta contro gli effetti del riscaldamento globale, contro l’inquinamento delle acque, contro il degrado del suolo, per la protezione dell’ozonosfera e per il contrasto agli inquinanti organici persistenti.

Il GEF funge da meccanismo finanziario per diverse convenzioni ambientali, tra cui la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD).

I finanziamenti del GEF sono forniti dai paesi donatori partecipanti e messi a disposizione dei paesi in via di sviluppo e dei paesi con economie in transizione per raggiungere gli obiettivi delle convenzioni e degli accordi ambientali internazionali. Ogni fase di rifinanziamento ha validità quadriennale e prende il nome di GEF Replenishment (vedi voce dedicata).

https://www.thegef.org/who-we-are/funding

Il Global Reporting Initiative (GRI) è un’organizzazione internazionale indipendente, con sede ad Amsterdam (Paesi Bassi), che dal 1997 sviluppa le linee guida e gli standard più utilizzati a livello internazionale per il reporting di sostenibilità. Oggi, infatti, aziende di ogni dimensione e settore utilizzano sempre più le linee guida e gli standard GRI per misurare e comunicare le proprie performance di sostenibilità. 

Gli uffici regionali del GRI hanno sede a Johannesburg (Africa), Singapore (ASEAN), San Paolo (Brasile), Hong Kong (Regione della Grande Cina), Bogotà (America Latina), New York (Nord America) e New Delhi (Asia meridionale). Tutte le altre regioni (compresa l’Europa) sono supportate dal Segretariato del GRI ad Amsterdam (Paesi Bassi).

*NOTA: per conoscere gli standard forniti dal GRI, vedi la voce “GRI Standard” nel glossario.

Riferimenti: 
https://www.globalreporting.org/about-gri/

ll grafene è, sostanzialmente, un foglio di atomi di carbonio disposti a formare un reticolo esagonale. Ogni singolo foglio è spesso quanto un solo atomo, e quindi in confronto ha un’estensione laterale enorme. Per questo motivo si parla del grafene come di un materiale bidimensionale, in cui esistono solo le due dimensioni del piano, mentre la terza è praticamente nulla!

La grafite (il minerale utilizzato, tra le altre cose, per la produzione di matite) è composta da tanti di questi fogli messi assieme uno sull’altro, e se consideriamo la grafite come un libro, il grafene rappresenta una delle pagine che lo compongono.

La grafite è un buon conduttore di cariche elettriche, ma il modo in cui le conduce è abbastanza convenzionale, simile a quello dei metalli. Tuttavia, se si assottiglia la grafite sino ad arrivare a pochi strati di grafene, gli elettroni sono costretti a muoversi lungo il piano di questi fogli. In un singolo foglio di grafene, il movimento degli elettroni è praticamente bidimensionale. Così gli elettroni sono costretti a viaggiare attraverso il reticolo del grafene, diventando equivalenti a particelle senza massa simili a neutrini, ma elettricamente carichi.

Oltre a quelle elettroniche, tuttavia, il grafene ha molte altre proprietà eccezionali: è molto stabile meccanicamente (un singolo foglio di grafene può essere manipolato e deformato, resistendo a pressioni anche elevate); può condurre elettroni più velocemente del silicio e trasportare calore meglio del rame; a causa della sua struttura compatta, inoltre, è praticamente impermeabile alle molecole e a tutti i gas; è chimicamente stabile all’aria e alla luce e si può modificare (funzionalizzare) chimicamente per cambiarne le proprietà. 

Riferimenti: 
https://grafene.cnr.it/il-grafene-proprieta-e-applicazioni/

https://grafene.cnr.it/il-grafene-proprieta-e-applicazioni/le-proprieta/

I grandi ecosistemi marini (anche conosciuti come LME, dall’inglese Large Marine Ecosystems) sono regioni degli oceani del mondo, che comprendono le aree costiere che vanno dai bacini fluviali e dagli estuari fino ai confini marini delle piattaforme continentali e ai margini esterni dei principali sistemi di correnti oceaniche. Sono regioni relativamente grandi dell’ordine di 200.000 km² o più, caratterizzate da distinte batimetria, idrografia, produttività e popolazioni trofiche dipendenti. La produttività nelle aree protette LME è generalmente superiore a quella in mare aperto.

Sebbene gli LME coprano principalmente i margini continentali, e non gli oceani profondi e le isole oceaniche, i 66 LME del globo producono circa l’80% della biomassa mondiale annua della pesca marina. Inoltre, gli LME contribuiscono ogni anno all’economia globale con circa 12,6 trilioni di dollari in beni e servizi (vedi “servizi ecosistemici”. A causa della loro vicinanza alle coste sviluppate, gli LME sono in pericolo di inquinamento degli oceani, sfruttamento eccessivo e alterazione dell’habitat costiero.

*Nota: tra le fonti sono stati inseriti anche il link al Large Marine Ecosystems Hub, la piattaforma ufficiale che consente di studiare i 66 LME del globo, e il link alla rappresentazione grafica ufficiale degli stessi.

Riferimenti: 
https://ioc.unesco.org/topics/large-marine-ecosystems

https://www.lmehub.net/

https://celebrating200years.noaa.gov/breakthroughs/ecosystems/lme_map.jpg

Le obbligazioni verdi sono strumenti finanziari relativamente nuovi, ma che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi. Sono obbligazioni come tutte le altre ma la loro emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente, come l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni ecc.

I Green Bond permettono infatti di finanziare vari tipi di progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento,  infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie centrali eoliche e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile. 

Riferimenti: https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/green-bond-definizione.htm 

La green economy è un modello di sviluppo economico che prende in considerazione l’attività produttiva valutandone sia i benefici derivanti dalla crescita, sia l’impatto ambientale provocato dall’attività di trasformazione delle materie prime.

In particolare, in un modello di green economy gli investimenti pubblici e privati mirano a ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento, ad aumentare l’efficienza energetica e delle risorse, a evitare la perdita di biodiversità e conservare l’ecosistema.

A livello internazionale, si può fare riferimento alla definizione fornita dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), che descrive la green economy come “un’economia che si traduce in un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche”. 

Riferimenti: 
https://sustainabledevelopment.un.org/index.php?menu=1446

https://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/europarole/green-economy/

https://www.unep.org/explore-topics/green-economy/about-green-economy

https://www.unep.org/regions/asia-and-pacific/regional-initiatives/supporting-

https://www.treccani.it/vocabolario/green-economy

https://unece.org/green-economy-3resource-efficiency/green-economy

La “finanza verde” comprende, essenzialmente, un gruppo di prodotti finanziari (obbligazioni, azioni, fondi di investimenti, ETF, assicurazioni, fondi pensione) legati ad attività economiche che tentano di coniugare il profitto con il rispetto dell’ambiente.

La finanza verde (green finance), più in generale, implica la raccolta di fondi per affrontare le questioni climatiche e ambientali (green financing), da un lato, e il miglioramento della gestione del rischio finanziario legato al clima e all’ambiente (greening finance), dall’altro.

*NOTA: La finanza sostenibile (vedi “sustainable finance”) è un’evoluzione della finanza verde, poiché prende in considerazione questioni e rischi ambientali, sociali e di governance (ESG), con l’obiettivo di aumentare gli investimenti a lungo termine in attività e progetti economici sostenibili.

Riferimenti: 
https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2021)679081

https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2021/679081/EPRS_BRI(2021)679081_EN.pdf

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2021/04/07/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra_3123c8c1-698d-4bea-903a-49a0f44355a5.html

I GRI Standard permettono a qualsiasi organizzazione, grande o piccola, privata o pubblica, di misurare e comunicare i propri impatti sull’economia, sull’ambiente e sulle persone in modo comparabile e credibile, aumentando così la trasparenza sul proprio contributo allo sviluppo sostenibile. Di conseguenza, oltre alla loro utilità per le aziende, gli standard sono estremamente importanti anche per molti altri stakeholder, tra cui: investitori, responsabili politici, mercati dei capitali e società civile. 

Gli standard sono progettati come un insieme modulare di facile utilizzo, che comprende:

  • Standard universali = rivisti rispetto alla versione del 2016 (entreranno in vigore dal 1 gennaio 2023) per incorporare la rendicontazione sui diritti umani e la due diligence ambientale, si applicano a tutte le organizzazioni che scelgono di effettuare il Reporting di Sostenibilità con lo standard GRI;
  • Standard di settore = sono previsti 40 standard di settore che consentiranno una rendicontazione più coerente sugli impatti specifici del settore in cui si opera: gli standard di settore per petrolio e gas (GRI 11), carbone (GRI 12), nonché agricoltura, acquacoltura e pesca (GRI 13), sono stati pubblicati di recente e sono disponibili per l’uso pubblico mentre è attualmente in corso lo sviluppo di uno standard incentrato sul settore minerario;
  • Topic standard = riguardano le serie GRI 200, GRI 300, GRI 400 e riportano aspetti specifici relativi ai temi materiali (economici, ambientali e sociali) e andranno riadattati in coerenza con i nuovi indicatori universali. 


Riferimenti: 
https://www.globalreporting.org/standards/

https://www.globalreporting.org/media/wtaf14tw/a-short-introduction-to-the-gri-standards.pdf

https://www.globalreporting.org/standards/standards-development/universal-standards/

https://www.globalreporting.org/standards/sector-program/

h

Un habitat è un “luogo” in cui vive un organismo o una comunità di organismi, compresi tutti i fattori e le condizioni viventi e non viventi dell’ambiente circostante. Tuttavia, anche un organismo ospite “abitato” da parassiti può essere considerato tanto un habitat quanto un luogo terrestre come un bosco o un piccolo stagno.

In ecologia, inoltre, si utilizza il termine microhabitat per indicare l’insieme dei parametri che caratterizzano l’habitat preferenziale di una specie che occupa un’area molto ristretta e specifica all’interno di un determinato ambiente.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/habitat-biology

https://www.treccani.it/vocabolario/habitat/

https://www.treccani.it/vocabolario/microhabitat/

L’habitat fragmentation (traducibile come frammentazione ambientale o frammentazione degli habitat) è quel processo, solitamente di natura antropica, che suddivide un ambiente naturale in frammenti più o meno disgiunti tra loro, riducendone la superficie originaria.

È un processo che continua a crescere su scala globale, legato all’aumento demografico vertiginoso, dato che la popolazione umana in aumento necessita di nuove terre da coltivare, di ampliare i centri urbani e le proprie vie di comunicazione. Tuttavia, la scomparsa degli habitat e la frammentazione di quelli residui, costituiscono una delle principali minacce alla biodiversità globale.

Riferimenti: 
https://www.sciencedirect.com/topics/earth-and-planetary-sciences/habitat-fragmentation

Una volta protette, certe aree devono essere gestite per mantenere al loro interno le specie minacciate. L’habitat management (traducibile come “gestione dell’habitat“) può comportare la rimozione di specie aliene, e/o il ripristino dei processi ecologici naturali nell’area (ad esempio, attraverso il controllo degli incendi e delle inondazioni).

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/conservation-ecology/Habitat-management

L’indice di sviluppo umano (noto come HDI, dall’inglese Human Develpoment Index) è una misura sintetica del rendimento medio dello sviluppo umano, secondo tre dimensioni: una vita lunga e sana, essere consapevoli e avere un tenore di vita dignitoso. L’HDI è la media geometrica degli indici normalizzati per ciascuna delle tre dimensioni.

La dimensione sanitaria è valutata dall’aspettativa di vita alla nascita. La dimensione educativa è misurata in termini di anni di scolarizzazione per gli adulti di età pari o superiore a 25 anni e anni di scolarizzazione previsti per i bambini in età scolare. La dimensione del tenore di vita è misurata dal reddito nazionale lordo pro capite. Il valore teorico massimo dell’Indice (HDI = 1) significa che il Paese ha conseguito tutti gli obiettivi.

Riferimenti: 
https://hdr.undp.org/data-center/human-development-index#/indicies/HDI

I veicoli elettrici ibridi (HEV) sono alimentati da un motore a combustione interna in combinazione con uno o più motori elettrici che utilizzano l’energia accumulata nelle batterie. Gli HEV combinano i vantaggi dell’elevato risparmio di carburante e delle basse emissioni dallo scarico con la potenza e l’autonomia dei veicoli convenzionali. Nonostante gli HEV siano spesso più costosi di veicoli convenzionali simili, alcuni costi possono essere recuperati proprio attraverso il risparmio di carburante o, quando possibile, tramite incentivi statali.

La batteria degli HEV viene ricaricata tramite la frenata rigenerativa e dal motore a combustione interna. Tuttavia, oggi, è disponibile un’ampia varietà di modelli, tra cui i veicoli elettrici ibridi plug-in (detti anche “PHEV“) che permettono la ricarica della batteria anche attraverso una fonte di alimentazione elettrica esterna.

Riferimenti:
https://afdc.energy.gov/vehicles/electric_basics_hev.html

https://afdc.energy.gov/vehicles/electric_basics_phev.html

Un veicolo ibrido, più propriamente detto veicolo a propulsione ibrida, è un veicolo dotato di un sistema di propulsione a due o più componenti, ad esempio motore elettrico con motore termico, che lavorano in sinergia fra di loro. 

Riferimenti:
https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/hybrid-vehicle

I prodotti hydrogel, anche detti idrocolloidi, costituiscono un gruppo di materiali polimerici (cioè catene di molecole), la cui struttura idrofila li rende in grado di trattenere grandi quantità di acqua nelle loro reti tridimensionali. L’impiego estensivo di questi prodotti in numerosi settori di applicazione industriale e ambientale è considerato di primaria importanza.

Gli hydrogel sono in grado di rigonfiarsi o de-gonfiarsi in modo reversibile in acqua e trattenere un grande volume di liquido nello stato di rigonfiamento. Inoltre, possono essere progettati con risposte controllabili in modo da restringersi o espandersi con i cambiamenti delle condizioni ambientali esterne.

Ad esempio, gli hydrogel possono eseguire una transizione di volume drammatica in risposta a una varietà di stimoli fisici e chimici, in cui gli stimoli fisici includono temperatura, campo elettrico o magnetico, luce, pressione e suono, mentre gli stimoli chimici includono pH, composizione del solvente, forza ionica e specie molecolari.

Riferimenti:
Ahmed EM. Hydrogel: Preparation, characterization, and applications: A review. J Adv Res. 2015

https://www.treccani.it/enciclopedia/idrogel

Hyperloop (lett. iperanelloiperciclo) è un’ipotesi di tecnologia futuribile per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all’interno di tubi a bassa pressione in cui le capsule sono spinte da motori lineari a induzione e compressori d’aria. L’infrastruttura legata al sistema Hyperloop dovrebbe essere costituita da un doppio tubo sopraelevato in cui possono scorrere delle capsule adibite al trasporto.

Riferimenti:
https://web.archive.org/hyperloop (.pdf)

http://www.spacex.com/spacex/files/hyperloop (.pdf)

https://hyperloopitalia.com/

i

Gli idrocarburi sono molecole organiche composte da carbonio e idrogeno che, generalmente, formano  strutture aperte (i. alifatici) o chiuse ad anello (i. ciclici, i. aromatici). Tali composti sono sostanze organiche fossili (gassose, liquide e solide), che esistono in natura in numero elevatissimo e miscelate fra loro a formare petroli, bitumi, ecc.

Sono composti incolori e insolubili in acqua che vengono adoperati, principalmente come:

  • solventi;
  • carburanti;
  • combustibili;
  • basi per la sintesi di numerosi e importanti prodotti industriali (tra cui gomme sintetiche, sostanze plastiche, prodotti farmaceutici e concimi).


Riferimenti: 
https://www.treccani.it/idrocarburi

https://www.treccani.it/idrocarburo

https://www.britannica.com/hydrocarbon

L’idrogeno (H), è un gas incolore, inodore, insapore e infiammabile. Rappresenta, essenzialmente, l’elemento più semplice tra gli elementi chimici, elencati nella tavola periodica degli elementi di Mendeleev.

L’atomo di idrogeno ha un nucleo costituito da un protone con carica elettrica positiva: a questo nucleo è associato esternamente, inoltre, un elettrone con carica elettrica negativa. In condizioni naturali normali, l’idrogeno gassoso è presente come molecola bioatomica d’idrogeno (H2).

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/idrogeno

https://www.britannica.com/hydrogen

L’igrometro è uno strumento per misurare l’umidità, assoluta o relativa, di un gas o di un vapore, specialmente usati in meteorologia.

Esistono differenti tipologie di igrometro:

  • igrometro chimico = basato sulla proprietà di alcune sostanze di assorbire tutta l’umidità presente in un gas;
  • igrometro ad assorbimento = basato sulla proprietà di alcuni tessuti animali (ad es., i capelli) di variare di dimensioni col variare dell’umidità; 
  • igrometro a condensazione = basato sul confronto tra la temperatura dell’aria e quella di una scatoletta metallica, misurata quando sulla sua superficie inizia a condensarsi il vapore acqueo; 
  • igrometro elettrico = basato sulla variazione della resistenza elettrica di particolari sostanze al variare dell’umidità; 
  • igrometro fotoelettrico = basato sulla misurazione dell’assorbimento della luce da parte del vapore acqueo presente nell’aria.


Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/igrometro/

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/I/igrometro.shtml

L’impact investing è un’attività di investimento in imprese, organizzazioni e fondi che operano con l’obiettivo di generare un impatto sociale e ambientale positivo, che sia misurabile e compatibile con un rendimento economico. Gli investimenti a impatto trovano un loro spazio sia in interventi diretti, sia nella necessità di sostenere, in un’ottica addizionale, quelle organizzazioni sociali impegnate nell’innovazione e nello sviluppo delle comunità che altrimenti non avrebbero la possibilità di svilupparsi. Si tratta, in sostanza, di generare un potenziale vettore di crescita per l’economia inclusiva.

Gli elementi essenziali che caratterizzano un investimento a impatto sono:

  1. l’intenzionalità dell’investitore di generare impatto;
  2. L’aspettativa di un rendimento economico;
  3. L’addizionalità dei finanziamenti;
  4. La misurabilità dell’impatto.


Investimenti in imprese, organizzazioni o fondi con l’intenzione di realizzare un impatto ambientale e/o sociale positivo, assieme ad un ritorno finanziario. Può essere realizzato sia in Paesi emergenti sia sviluppati.

Alcuni esempi: investimenti in microfinanza, social housing, energie rinnovabili.

Riferimenti:
https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/impact-investing.html

https://www.socialimpactagenda.it/impact-investing/

L’indice di biomassa fitoplanctonica è un descrittore sintetico che fornisce informazioni utili sul grado di produttività delle acque e sul loro stato di equilibrio ecologico.

In base al DM 260/2010, questo indice è stato adottato a livello nazionale come descrittore sintetico per l’elemento di qualità biologica (EQB) fitoplancton e contribuisce quindi alla classificazione dello stato ecologico delle acque marino-costiere.

Riferimenti:
https://www.arpat.toscana.it/temiambientali/fitoplancton/indice-di-biomassa-fitoplanctonica

Gli Indici biometeorologici, anche detti “di benessere” o “di disagiotermico, sono degli indici (rappresentati da formule empiriche o da tabelle) che esprimono le condizioni soggettive di benessere/disagio dell’uomo in relazione alla combinazione di più fattori ambientali (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria, ecc.). Questi indici possono essere di due tipologie: assoluti o relativi.

Tra gli indici biometeorologici assoluti (da cui si ottiene una stime della temperatura effettivamente percepita dal corpo umano) più utilizzati citiamo:

  • Temperatura apparente = questo indice considera tutte le condizioni ambientali e corporee che condizionano la termoregolazione umana;
  • Indice di Thom o Discomfort index = considerato uno dei migliori indici di stima della temperatura effettiva, combina in un singolo valore l’effetto di temperatura, umidità e movimento dell’aria sulla sensazione di caldo o freddo percepito dal corpo umano;
  • Humidex = è uno degli indici utilizzati per valutare il benessere climatico dell’uomo in relazione all’umidità ed alla temperatura;
  • Wind Chill = esprime la capacità del vento di sottrarre calore al corpo umano, favorendo l’evapotraspirazione. 


Tra gli indici biometeorologici relativi (che valutano quanto la popolazione è abituata alle condizioni meteorologiche in atto), invece, è possibile citare:

  • Heat Stress Index = valuta la risposta fisiologica della popolazione alle variabili meteorologiche, basandosi sia sulla localizzazione che sul periodo stagionale, attraverso l’analisi della distribuzione di probabilità delle variabili meteorologiche misurate nel passato.


Riferimenti: 
https://www.arpa.piemonte.it/biometeorologia/introduzione.html

http://www.biometeo.it/glossario/Indici-biometeorologici

L’innovazione è la creazione di un nuovo modo di fare qualcosa, sia che l’impresa sia concreta (es. sviluppo di un nuovo prodotto) o astratta (es. sviluppo di una nuova filosofia o approccio teorico a un problema). 

Le modalità con le quali si presenta l’innovazione sono varie: nuovo prodotto, nuovo processo produttivo, nuove forme di organizzazione industriale e finanziaria, nuovo mercato di sbocco, nuove materie prime o semilavorati. Inoltre, in quanto variabile economica esogena (cioè che proviene dall’esterno), l’innovazione non è subordinata all’andamento dell’economia ma, seguendo il proprio sviluppo, può diventare fattore trainante in grado di garantire un extraprofitto all’imprenditore-innovatore.

L’innovazione gioca un ruolo chiave nello sviluppo di metodi sostenibili sia di produzione che di consumo, perché in entrambi i casi potrebbe essere necessario creare alternative ai modi convenzionali di fare le cose che sono stati sviluppati prima che la considerazione ambientale fosse al centro del quadro decisionale della maggior parte delle persone.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/topic/innovation-creativity

https://www.treccani.it/enciclopedia/innovazione

https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/innovation

L’ISO è l’Organizzazione internazionale per la normazione (in inglese anche detta “International Organization for Standardization – IOS”), e rappresenta la più importante organizzazione a livello mondiale per la definizione di norme tecniche. Il termine “ISO” non è un acronimo ma deriva dal greco e significa “uguale”, in linea con le finalità universali dell’organizzazione.

Attraverso i suoi membri, l’ISO riunisce esperti per condividere le conoscenze e sviluppare standard internazionali volontari, basati sul consenso e rilevanti per il mercato, che supportano l’innovazione e forniscono soluzioni alle sfide globali.

Riferimenti:
https://www.iso.org/about-us.html

https://www.iso.org/what-we-do.html

Lo standard ISO 9001 fornisce requisiti specifici che un sistema di gestione della qualità di un’azienda deve soddisfare per garantire e certificare il livello di qualità del prodotto/servizio offerto.

Lo standard è applicabile a tutte le tipologie di azienda, in qualsiasi settore, e si basa su una serie di principi di gestione della qualità, tra cui la forte attenzione al cliente, il coinvolgimento della direzione aziendale, l’approccio orientato ai processi e il miglioramento continuo.   

Riferimenti: 
https://www.iso.org/iso-9001-quality-management.html

Lo standard ISO 14000 rispecchia, a livello internazionale, il generale consenso circa le attuali buone pratiche rivolte alla gestione e protezione ambientale. Sono standard volontari e sono applicabili a ogni tipo di organizzazione, in qualsiasi parte del mondo. La serie ISO 14000 fornisce strumenti manageriali per le organizzazioni che vogliono misurare e monitorare i propri aspetti e impatti ambientali, e migliorare le proprie performance di sostenibilità.

Riferimenti: 
https://www.iso.org/iso-14001-environmental-management.html

https://www.isprambiente.gov.it/sviluppo-sostenibile/le-norme-della-serie-iso-14000

L’ISO 22000 è lo standard fondamentale per i sistemi di gestione della sicurezza alimentare, nel settore agroalimentare, concepito per essere compatibile e armonizzato con le altre norme internazionali sui sistemi di gestione, come la ISO 9001 sulla qualità: pertanto, può essere integrata con altri sistemi e processi di gestione già esistenti.

Il manuale dello standard ISO 22000 garantisce la sicurezza agroalimentare “dal campo alla tavola” sulla base di principi fondamentali riconosciuti a livello internazionale dagli operatori del settore:

  • comunicazione strutturata sia verso l’interno sia verso l’esterno dell’azienda, per garantire un controllo efficace dei fattori di rischio;
  • rispetto dei principi HACCP (Hazard Analysis & Critical Control Points), cioè la metodologia di base per controllare i processi produttivi e verificarne la sicurezza;
  • gestione sistemica, per controllare tutte le interazioni tra gli elementi del sistema stesso;
  • prerequisiti minimi, tra cui, in particolare, l’adozione degli schemi GMP (Good Manufacturing Practice), GHP (Good Hygiene Practice), GAP (Good Agricultural Practice).


Riferimenti:
https://www.iso.org/iso-22000-food-safety-management.html

https://www.iso.org/news/ref2639.html

https://www.iso.org/files/live/sites/isoorg/files/store/en/PUB100454_preview.pdf

Lo standard ISO 37001 fornisce alle organizzazioni gli strumenti per prevenire, individuare e affrontare la corruzione attraverso varie azioni, tra cui le seguenti:

  • adottare una politica anticorruzione;
  • nominare una persona che sovrintende alla conformità anti-corruzione, alle valutazioni del rischio e alla due diligence su progetti;
  • istituire procedure di segnalazione e indagine.


Riferimenti: 
https://www.iso.org/iso-37001-anti-bribery-management.html

L’ISO 45001 è uno standard internazionale sulla salute e la sicurezza sul lavoro (OH&S), che definisce i requisiti specifici per sviluppare un sano e solido sistema di gestione. Se combinato con lo standard ISO 45003 sulla salute e la sicurezza psicosociale, consente alle aziende di limitare i rischi sul posto di lavoro e creare condizioni di lavoro più sicure, tenendo in considerazione tutti i fattori di rischio.

Riferimenti: 
https://www.iso.org/iso-45001-occupational-health-and-safety.html

Concepito per fornire supporto alle organizzazioni operanti in qualsiasi tipologia di settore, lo standard ISO 50001 fornisce uno strumento pratico e volontario per migliorare l’uso dell’energia, attraverso lo sviluppo di un sistema di gestione dell’energia (EnMS).

La ISO 50001 fornisce un quadro di requisiti per le organizzazioni, al fine di:

  • Sviluppare una politica per un uso più efficiente dell’energia;
  • Fissare obiettivi e obiettivi per soddisfare tale politica;
  • Utilizzare i dati per comprendere meglio e prendere decisioni sull’uso ottimale dell’energia;
  • Misurare e comunicare i risultati;
  • Migliorare continuamente la gestione dell’energia in azienda.


Riferimenti: 
https://www.iso.org/iso-50001-energy-management.html

Gli isotopi sono atomi aventi un uguale numero atomico ma un differente numero di massa, rispetto a un altro atomo dello stesso elemento. Gli isotopi sono accomunati dalle medesime proprietà chimiche mentre si distinguono per le loro caratteristiche fisiche.

In particolare, si parla di isotopi stabili, definiti “non radiogenici” perché non emettono radiazioni, e di isotopi instabili o radioattivi, che di fatto emettono radiazioni per ottenere una configurazione atomica più stabile, detti anche “radiogenici” o “radioisotopi”.

Riferimenti:
https://www.iaea.org/what-are-isotopes

https://www.treccani.it/isotopo/

j

Il meccanismo di Joint Implementation è uno dei tre meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto (vedi voce dedicata) che consente a un Paese che abbia già assunto un impegno di riduzione o limitazione delle emissioni, di guadagnare unità di riduzione delle emissioni (Emission Reduction Units, “ERU”) da un progetto di riduzione o rimozione delle emissioni attuato presso un altro Paese che abbia aderito al Protocollo.

Ciascuna ERU equivale a 1 tonnellata di CO2, che può essere conteggiata per raggiungere gli obiettivi previsti dal Protocollo. Ovviamente, il Paese in cui viene sviluppato il progetto beneficia degli investimenti stranieri e del trasferimento di tecnologia. 

Riferimenti: 
https://www.mite.gov.it/pagina/joint-implementation

https://www.isprambiente.gov.it/it/servizi/registro-italiano-emission-trading/contesto/protocollo-di-kyoto

L’espressione junk food (cibo spazzatura) è utilizzata per indicare un tipo di prodotti preparati dell’industria alimentare di largo consumo (ad esempio, merendine, bevande analcoliche, patatine fritte in busta…), caratterizzati da un alto contenuto calorico ma da scarso valore nutrizionale.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/junk-food

https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/junk-food

k

Il termine krill viene comunemente utilizzato per indicare le enormi concentrazioni (fino a decine di migliaia per metro cubo di acqua) di piccoli crostacei eufausiacei e misidacei, simili ai gamberetti. Il krill è di grande importanza in alcune regioni del mare come cibo per vari pesci, uccelli e balene. In particolare, rappresenta la base alimentare delle balenottere azzurre (Balaenoptera musculus) e balenottere comuni (B. physalus).

In generale, il krill funge da anello fondamentale delle catene alimentari marine nelle acque antartiche, essendo la preda principale di numerose specie di pinguini, balene e pesci di questa regione del globo. Il krill viene anche sfruttato come risorsa alimentare in alcuni paesi, come la Russia e il Giappone, che lo pescano attivamente.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/krill

https://www.britannica.com/animal/krill

https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/krill

l

Il Landfarming è una tecnica di bonifica dei siti inquinati che consiste nell’escavazione di suolo contaminato per ridistribuirlo in strati sottili su superfici inerti e isolanti. La comunità microbica del terreno, stimolata da periodici rivoltamenti e da aggiunte di nutrienti organici e minerali o di enzimi, accelera la biodegradazione degli inquinanti, specialmente gli idrocarburi leggeri e pesanti.

Riferimenti:
Vidali, M. Bioremediation an overview, Pure and applied chemistry, 73.7 (2001): 1163-1172.

https://www.igi-global.com/microbes-and-their-role-in-bioremediation-of-soil

Il LEED® è un programma di certificazione volontario applicabile a qualsiasi tipo di edificio, sia commerciale che residenziale, e relativo all’intero ciclo di vita di un edificio, dalla progettazione alla costruzione. Sviluppato dalla U.S. Green Building Council (USGBC), il sistema si basa sull’attribuzione di ‘crediti’ per ciascun requisito. La somma dei crediti costituisce i 4 livelli di certificazione: base, oro, argento, platino.

Il programma LEED promuove un approccio orientato alla sostenibilità, valutando le prestazioni dell’edificio relativamente ai seguenti parametri:

  • risparmio energetico;
  • risparmio idrico;
  • riduzione delle emissioni di CO2;
  • miglioramento della qualità ecologica degli interni;
  • materiali e risorse impiegati;
  • progetto e scelta del sito.


Riferimenti: 
https://www.certificazioneleed.com/edifici/

Un lichène è un’associazione simbiotica tra un fungo e un’alga, che si può sviluppare su rocce, terreno o sugli alberi e assumere aspetti differenti.

Tra le tecniche di biomonitoraggio si può citare la metodologia per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico tramite i licheni epifiti (cioè che vivono su tronchi d’albero). Questa metodologia è basata su una misura della biodiversità, cioè sull’abbondanza delle specie licheniche, estremamente sensibili alla presenza di inquinanti (principalmente gas fitotossici: ossidi di zolfo e di azoto).

Riferimenti: 
https://www.arpa.umbria.it/articoli/licheni#:~:text=Il%20biomonitoraggio,sull’abbondanza%20delle%20specie%20licheniche.

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/L/lichene.shtml

https://www.treccani.it/vocabolario/lichene/

La Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia, analitica e standardizzata a livello internazionale, che valuta l’impronta ambientale di un prodotto/servizio, lungo il suo intero ciclo di vita (from cradle to grave)

L’analisi del ciclo di vita è un processo iterativo che prevede quattro fasi:

  • definizione dell’obiettivo, delle limitazioni e del campo d’applicazione;
  • analisi di inventario (LCI, in inglese Life Cycle Inventory);
  • valutazione dell’impatto (LCIA, in inglese Life Cycle Impact Assessment);
  • interpretazione e miglioramento.


Il calcolo di una LCA include i punti di preproduzione (quindi anche estrazione e produzione dei materiali), produzione, distribuzione, uso (quindi anche riuso e manutenzione), il riciclaggio e l’eventuale dismissione finale.

*NOTA: L’analisi del ciclo di vita è standardizzata dalle norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2018 (che ha sostituito la precedente ISO 14044:2006).

Riferimenti:
https://eplca.jrc.ec.europa.eu/uploads/ILCD-Handbook-General-guide.pdf

https://www.iso.org/standard/37456.html

https://web.archive.org/web/20120306122239/http://www.epa.gov/nrmrl/std/lca/lca.html

Il costo del ciclo di vita di un sistema complesso (in inglese LCC, acronimo di Life Cycle Cost) è la somma dei costi complessivi di progettazione, costruzione, installazione, avviamento, gestione, dismissione del sistema in questione, nel rispetto del vincolo di Sostenibilità. Le considerazioni analitiche legate alla valutazione del costo del ciclo di vita, nei sistemi industriali, sono alla base della maggior parte delle decisioni di investimento. Valutare l’LCC significa, quindi, considerare tutti i costi che saranno sostenuti durante la vita del prodotto, lavoro o servizio.

Il Life Cycle Cost viene applicato da un numero crescente di autorità pubbliche in tutta l’UE e in una serie di settori. La Commissione europea ha sviluppato, pertanto, una serie di strumenti di calcolo LCC specifici per settore che mirano a facilitare l’uso dell’LCC tra gli appaltatori pubblici.

Riferimenti: 
https://ec.europa.eu/environment/gpp/lcc.htm

La logistica inversa (dall’inglese reverse logistics), anche conosciuta come logistica di ritorno, è un tipo di gestione della catena di approvvigionamento (supply chain) che inizia dal consumatore finale, spostandosi a ritroso attraverso la catena fino al distributore, o dal distributore al produttore. Essenzialmente, la logistica inversa muove le merci dai clienti ai venditori o ai produttori. Una volta che un cliente riceve un prodotto, infatti, processi come i resi o il riciclaggio richiedono proprio un sistema di logistica inversa.

La reverse logistics riguarda, nello specifico, le attività legate alla movimentazione e gestione di attrezzature, prodotti, componenti, materiali o addirittura interi sistemi tecnici da recuperare.

Il recupero può consistere, semplicemente, nella rivendita di un prodotto oppure può essere accompagnato da una serie di processi come la raccolta, l’ispezione, la separazione, ecc., che portano alla rigenerazione o al riciclaggio del prodotto iniziale.

Riferimenti:
De Brito, Marisa & Dekker, Rommert (2002). Reverse Logistics – a framework. Erasmus University Rotterdam, Econometric Institute, Econometric Institute Report.

https://www.netsuite.com/reverse-logistics

La logistica sostenibile, conosciuta anche come green logistics, è una forma collaborativa di logistica fra aziende, al fine di ottenere risultati significativi in termini di sostenibilità ambientale.
La logistica sostenibile, principalmente, riguarda considerazioni su: reverse logistics; logistica del territorio; soluzioni per la logistica dell’ultimo miglio (e-commerce); utilizzo ottimale delle infrastrutture esistenti; riprogettazione dei prodotti e/o dei processi e riciclo, per ridurre l’impatto ambientale.

Oggi, è ampiamente riconosciuto che la logistica incida in maniera significativa sull’ambiente. Ad esempio, il trasporto è un’operazione logistica che ha un impatto importante sull’ambiente. Le emissioni di CO2 di veicoli, aerei e navi generano contaminazione atmosferica, spesso considerata una delle principali cause dell’effetto del climate change. Pertanto, la logistica sostenibile rappresenta una componente chiave per ottenere una gestione sostenibile della propria azienda.

Riferimenti: 
Thiell, Marcus, et al. “Green logistics: Global practices and their implementation in emerging markets.” Green finance and sustainability: Environmentally-aware business models and technologies. IGI Global, 2011. 334-357.

Fuglestvedt, Jan, et al. “Climate forcing from the transport sectors.” Proceedings of the National Academy of Sciences 105.2 (2008): 454-458.

m

La definizione più attendibile di malnutrizione è quella fornita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1987: “uno stato di squilibrio, a livello cellulare, fra il rifornimento di nutrienti e di energia − troppo scarso o eccessivo − e il fabbisogno del corpo per assicurare il mantenimento, le funzioni, la crescita e la riproduzione”. La malnutrizione, in parole povere, è uno squilibrio tra i nutrienti di cui l’organismo necessita e i nutrienti che riceve. 

Il termine comprende, quindi, sia i danni da deficienza alimentare (o malnutrizione per difetto), caratteristici dei paesi in via di sviluppo (PVS), sia quelli da alimentazione eccedente (o malnutrizione per eccesso), più frequenti negli ambienti urbanizzati e altamente industrializzati. Gli esempi di deficienza più diffusi attualmente sono la deficienza calorica, proteica, di ferro, di iodio e di vitamina A. Gli esempi di eccesso, invece, riguardano: le calorie, i grassi, lo zucchero, il sale.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/malnutrizione_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-alimentari/denutrizione/denutrizione

Con il termine “mangrovie” o “foreste di mangrovie” si intende, comunemente, una particolare specie di piante legnose, che crescono nei paesi tropicali sulle sponde delle lagune salmastre, sulle spiagge basse e fangose, allagate permanentemente o durante l’alta marea, nonché lungo gli estuari dei grandi fiumi.

Le mangrovie si presentano, spesso, in forma di fitta vegetazione con grandi radici aeree a trampolo, che si ramificano prima di raggiungere la superficie dell’acqua, e con pneumatofori (cioè le radici respiratorie), che fuoriescono dall’acqua. Le mangrovie assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e la conservano per secoli nel terreno acquifero: riescono, infatti, a conservare molta più anidride carbonica, per ettaro di terra, rispetto alle foreste terrestri. 

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/mangrovia/

https://dizionari.repubblica.it/Italiano/M/mangrovia.html

Una materia prima (raw material) è un materiale fornito dallo sfruttamento delle risorse naturali e destinato a successive lavorazioni per la produzione di beni finiti.

  • In base all’origine produttiva, le materie prime si suddividono in: agricole (legno, fibre naturali, oli vegetali ecc.) e minerarie (ferro, zinco, rame, piombo, zolfo, sale, carbone, petrolio, gas combustibile ecc.);
  • rispetto agli usi si distinguono materie prime alimentari e industriali;
  • per quanto riguarda la possibilità di rinnovamento della produzione si hanno materie prime rinnovabili (prevalentemente di origine vegetale e animale, come grano, legno) e non rinnovabili (come i minerali combustibili).


Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/materia-prima

https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/raw-material

Si parla di materie prime seconde (mps) con riferimento a:

  • riutilizzo degli scarti di lavorazione, derivanti dalle trasformazioni produttive;
  • utilizzo dei materiali ricavabili dal riciclaggio e dal recupero dei rifiuti (vetro, plastica, carta ecc.).

Relativamente a questi utilizzi, la materia prima seconda ha acquisito progressiva importanza in funzione delle esigenze di sostenibilità dei processi di produzione (risparmio energetico, di trasporti, ecc.), e di contenimento dei costi di produzione, perché il riutilizzo delle materie prime seconde viene, spesso, realizzato direttamente all’interno degli stabilimenti produttivi.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/materia-prima

https://www.arpat.toscana.it/glossario-ambientale/materia-prima-secondaria-mps

Il protocollo di Kyoto ha previsto, per i Paesi aderenti, la possibilità di servirsi di un sistema di meccanismi flessibili per l’acquisizione di crediti di emissione:

  • l’implementazione congiunta (JI-Joint Implementation) = prevede la creazione di unità di riduzione delle emissioni (ERU);
  • il meccanismo di sviluppo pulito (CDM-Clean Development Mechanism) = prevede la creazione di unità di riduzione delle emissioni certificate (CER);
  • il commercio internazionale dei diritti di emissione (IET) = i Paesi industrializzati che si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra possono scambiarsi diritti di emissione eccedenti sul mercato delle emissioni; è possibile scambiare anche gli accrediti che provengono da progetti per la protezione del clima realizzati all’estero: spetta ai singoli Paesi fissare i criteri di ammissione delle proprie imprese al mercato dei diritti di emissione.


Riferimenti:
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/MEMO_03_154 

https://www.mite.gov.it/pagina/emission-trading

https://www.isprambiente.gov.it/it/servizi/registro-italiano-emission-trading/contesto/protocollo-di-kyoto

Le microalghe sono organismi unicellulari fotosintetici di dimensione microscopica, ubiquitari degli ecosistemi acquatici. Infatti, possono essere trovati in una varietà di habitat acquatici, come quelli d’acqua dolce, salmastra, marina e ipersalina.

Nello specifico, con il termine “microalghe”, si intendono sia microrganismi eucarioti (cioè dotati di nucleo delimitato da membrana) sia organismi procarioti (cioè privi di un nucleo ben definito). Le microalghe procariote sono i cianobatteri, organismi noti anche come “alghe verdi-azzurre” o “alghe azzurre” per la loro caratteristica colorazione.

Le microalghe sono capaci di catturare la CO2 in modo più efficiente rispetto alle piante terrestri, inoltre crescono più velocemente e non richiedono l’utilizzo di terra arabile né di acqua potabile.

È stato stimato che la produzione di 280t di biomassa secca per ettaro all’anno possa consentire di eliminare circa 513t di CO2. La biomassa algale prodotta può essere avere diverse applicazioni:

  • biocarburanti di terza generazione per il settore delle energie rinnovabili;
  • prodotti ad alto valore aggiunto per la nutraceutica;
  • farmaceutica e cosmesi;
  • proteine come sostituti dei mangimi;
  • ammendanti per l’agricoltura.


Riferimenti:
ibba.cnr.it/think-green-think-algae-microalghe-per-un-futuro-piu-verde-e-sostenibile

www.eai.enea.it/biotecnologie-per-lo-sviluppo-sostenibile/le-microalghe-come-bio-fabbriche-per-composti-ad-elevato-valore-aggiunto

www.sciencedirect.com/microalgae

Microalghe: composizione bioattiva, benefici per la salute, sicurezza e prospettive come potenziali ingredienti di alto valore per l’industria alimentare funzionale (2022, Josephine Ampofo e Lord Abbey)

bio.uniroma2.it/microalghe-e-cinaobatteri

Un migrante ambientale (o “rifugiato ambientale”) è quel soggetto che è costretto ad abbandonare la propria terra a causa di disastri ambientali.

Alcuni scienziati sociali hanno previsto una forte crescita dei migranti ambientali nei prossimi anni: centinaia di milioni di persone, infatti, saranno costrette a lasciare le proprie case a causa di condizioni ambientali insopportabili.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/migrante-ambientale_%28altro%29/

Un migrante climatico (o “rifugiato climatico”) è un particolare tipo di migrante ambientale, che è costretto ad abbandonare la propria terra e a cercare asilo a causa di disastri climatici.

Generalmente, un migrante climatico fugge dalla propria terra per circostanze legate ad almeno uno dei tre impatti del climate change:

  • innalzamento del livello del mare;
  • eventi meteorologici estremi;
  • siccità e scarsità d’acqua.


Riferimenti: 

https://www.treccani.it/enciclopedia/rifugiato-climatico_%28altro%29/

https://www.unionedirittiumani.it/wp-content/uploads/2017/09/Presentazione-per-UFTDU-Nicola-Colacino.pdf

Un minerale è una sostanza di origine naturale, in generale allo stato solido e inorganica, che si distingue per una composizione chimica ben definita e che si fonda su una struttura cristallina o amorfa. I minerali mantengono nello spazio una struttura chimica e fisica omogenea e si identificano in un composto chimico, oppure talvolta in un singolo elemento (Garzanti, 2022). Essi inoltre fanno parte della litosfera terrestre e possono essere i costituenti delle rocce, ma sono presenti anche su altri corpi celesti (Treccani, 2022).

Riferimenti:
Garzanti Linguistica. Minerale, 2022. https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=minerale

Treccani Enciclopedia Online. Minerale, 2022. https://www.treccani.it/enciclopedia/minerale

Il Modello Concettuale del Sito (MCS) è una rappresentazione semplificata della complessità di un sito contaminato, secondo i criteri dell’analisi di rischio, mediante la caratterizzazione del sito stesso.

Tale modello concettuale è basato sulla definizione delle tre componenti principali dell’analisi di rischio (vedi “analisi di rischio sito specifica” nel glossario):

  • la sorgente di contaminazione;
  • i percorsi di migrazione dei contaminanti;
  • i bersagli o ricettori della contaminazione.


Riferimenti:
https://www.isprambiente.gov.it/analisi-di-rischio

https://www.isprambiente.gov.it/MCS (.pdf)

L’energia da moto ondoso deriva dal movimento dell’acqua in prossimità della superficie libera del mare che può essere di tipo oscillatorio o circolare. Le onde si formano per il passaggio del vento sulla superficie degli oceani. Queste onde possono viaggiare per migliaia di chilometri senza dissipare troppa energia.

La formazione del moto ondoso è maggiore in superficie e diminuisce man mano che si scende in profondità, fino a scomparire del tutto nei fondali profondi. I sistemi cosiddetti WEC (Wave Energy Converter) recuperano energia dalle onde sfruttando diversi principi fisici (si veda voce dedicata) per produrre elettricità.

Riferimenti: 
https://www.britannica.com/science/swell-wave

https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/energie-rinnovabili/energia-marina/moto-ondoso

In Giappone il termine mottainai viene usato per indicare il senso di rammarico che si prova quando qualcosa di prezioso viene sprecato. Letteralmente, mottainai può essere tradotto con “non sprecare nulla di degno”.

In Kenya, la campagna Mottainai del Green Belt Movement (GBM), avviata dal professor Maathai per eliminare i rifiuti di plastica dall’inquinamento dell’ambiente naturale, ha influenzato con successo i cambiamenti nella politica del governo contro la produzione e l’uso di materiali plastici molto sottili e non riciclabili.

Riferimenti:
https://www.gov-online.go.jp/hlj (.pdf)

http://www.greenbeltmovement.org/mottainai-campaign

https://www.ansa.it/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra

n

Con il termine nanoplastiche si identificano le microscopiche particelle di materie plastiche, prodotte direttamente o indirettamente dall’uomo. Per parlare di nanoplastiche, le dimensioni devono essere inferiori a quelle stabilite per la definizione di microplastiche.

L’European Food Safety Authority (EFSA) ha convenzionalmente fissato le dimensioni delle microplastiche tra 0,1 e 5000 micrometri. Le nanoplastiche (cioè i frammenti di misura inferiore, non rilevabili dall’occhio umano) hanno, invece, dimensione compresa tra 0,001 e 0,1 micrometri.

Nel 2016, a seguito di una richiesta del German Federal Institute for Risk Assessment (BfR), il gruppo di esperti dell’EFSA per i contaminanti nella catena alimentare è stato invitato a rilasciare una dichiarazione sulla presenza di microplastiche e nanoplastiche negli alimenti, con particolare attenzione ai frutti di mare (seafood).

Riferimenti: 
https://www.efsa.europa.eu/microplastics-and-nanoplastics

EFSA: presence of microplastics and nanoplastics in food, with particular focus on seafood – 2016 (.epdf)

https://www.treccani.it/microplastiche

La neutralità del carbonio è uno stato di zero emissioni nette (net zero) di anidride carbonica. Ciò può essere ottenuto bilanciando le emissioni di anidride carbonica con la sua rimozione (spesso attraverso la compensazione del carbonio ) o eliminando le emissioni dalla società.

Oggi, viene spesso preferita l’espressione net zero, per descrivere un impegno più ampio e completo per la decarbonizzazione, andando oltre la neutralità del carbonio e considerando più attività nell’ambito delle emissioni indirette e, inoltre, includendo un obiettivo scientifico sulla riduzione delle emissioni, invece di affidarsi esclusivamente alla compensazione delle emissioni.

Riferimenti:
https://www.europarl.europa.eu/what-is-carbon-neutrality-and-how-can-it-be-achieved-by-2050

La neutralità climatica (Net zero) è l’obiettivo concordato a livello internazionale per mitigare il riscaldamento globale nella seconda metà del secolo. In termini semplici, il net zero si riferisce all’equilibrio tra la quantità di gas serra prodotti dalle attività umane e la quantità rimossa dall’atmosfera. Questo significa bilanciare le emissioni residue e considerate inevitabili con un assorbimento equivalente.

L’espressione “net zeroè sempre più diffusa negli obiettivi ambientali delle aziende, per indicare che la quantità di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera dalle attività di un’azienda è bilanciata da una quantità equivalente rimossa.

Riferimenti: 
https://ipccitalia.cmcc.it/net-zero-emissioni

https://www.un.org/en/climatechange/net-zero-coalition

https://netzeroclimate.org/what-is-net-zero/

La National Oceanic and Atmospheric Administration (in acronimo NOAA; in italiano “Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera”) è un’agenzia scientifica e normativa statunitense, all’interno del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti d’America, che si occupa di previsioni meteorologiche, monitoraggio delle condizioni oceaniche e atmosferiche e tracciammento di mappe dei mari; inoltre, conduce esplorazioni in acque profonde e gestisce la pesca e la protezione dei mammiferi marini e delle specie in via di estinzione nella Zona Economica Esclusiva (ZEE) degli Stati Uniti.

Riferimenti: 
https://www.noaa.gov/

https://www.noaa.gov/about-our-agency

Notpla (da “Not plastic”) è una startup, fondata a Londra nel 2014, che produce packaging sostenibili e alternativi alla plastica sintetica monouso.

Notpla è anche il nome della membrana sviluppata, un materiale innovativo ricavato dalle alghe brune con un processo produttivo sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.

L’alga bruna, infatti, è una delle risorse più sostenibili in natura: cresce fino a 1 metro al giorno, la sua produzione di massa non entra in competizione con le colture alimentari, non ha bisogno di acqua dolce né di fertilizzanti e contribuisce attivamente alla disacidificazione degli oceani.

Il portafoglio di Notpla comprende differenti prodotti che le sono valsi numerosi premi, tra cui l’Earthshot Prize 2022. Tra questi prodotti, è opportuno citare: 

  • Ohoo = una bolla commestibile progettata per sostituire gli imballaggi in plastica monouso per i liquidi; Ooho è una soluzione di packaging per l’idratazione in movimento che sostituisce la necessità di bicchieri e bottiglie di plastica durante gli eventi sportivi;
  • Coating = il Notpla Coating è un tipo di rivestimento che possiede molte delle stesse qualità di resistenza all’acqua e al grasso dei rivestimenti tradizionali utilizzati per le confezioni di cibo da asporto, ma è fatto di alghe e non di plastica;
  • Paper = La carta Notpla è un tipo di carta completamente stampabile che si converte in modo eccellente, e ciò la rende adatta a molte applicazioni di imballaggio secondario; estraendo la parte gelatinosa dell’alga, ciò che rimane sono fibre e biomassa che possono essere trasformate in carta.


Riferimenti: 
www.notpla.com

www.notpla.com/products

www.notpla.com/technology

www.bbc.com/news/business

o

Si dice produttore o autotrofo l’organismo vegetale che può svolgere la propria funzione di nutrizione, elaborando alimenti inorganici mediante assunzione d’energia dal mondo inorganico, e ciò in opposizione agli organismi eterotrofi, i quali non possono vivere che saprofiticamente o parassiticamente.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/autotrofo

Anche detti eterotrofi, gli organismi consumatori sono organismi viventi che, per costruire le sostanze organiche del proprio corpo, devono assumere sostanze organiche già elaborate da organismi autotrofi (produttori).

Lo sono tutti gli animali, i funghi, parte dei batteri e alcune particolari piante totalmente prive di clorofilla (fanerogame parassite).

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/eterotrofia

Anche detti saprofiti, sono organismi eterotrofi che si nutrono a spese di organismi morti, o in generale di sostanze organiche in decomposizione. I saprofiti, in quanto decompositori, sono importanti elementi delle catene alimentari.

Riferimenti: https://www.treccani.it/enciclopedia/saprofito/

p

Per paesaggio si intende un territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali, al fine di riconoscerli, salvaguardarli e, ove necessario, recuperarli e, dunque, di rispondere a criteri di qualità e sostenibilità.

Riferimenti: 
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, DECRETO LEGISLATIVO 22 gennaio 2004, n. 42,

Il paradigma delle R è il principio basilare dell’economia circolare che stabilisce le linee guida e le 9 attività strategiche per rendere circolare un sistema economico. La peculiarità di questo paradigma risiede nel fatto che tutte le strategie promosse hanno come iniziale la lettera R (rifiutare, ripensare, ridurre, riusare, riparare, rinnovare, rifabbricare, riqualificare, riciclare e recuperare)

I paradigmi più utilizzati sono quelli delle 3R e 4R, in cui la combinazione di R può variare a seconda degli obiettivi stabiliti. La direttiva europea in materia di rifiuti (Waste Framework Directive, 2008) è basata sul paradigma delle 4R (riduzione, riuso, riciclo e recupero) ed è, tuttora, la combinazione più utilizzata.

Riferimenti: 
https://eur-lex.europa.eu/CELEX%2008

https://www.treccani.it/economia-circolare

Il plancton (o, in inglese, plankton) è l’insieme degli organismi acquatici, animali e vegetali che vivono sospesi, a galla o in seno alle acque, in balia delle onde e delle correnti e senza alcun rapporto con il fondo. Il plancton è incredibilmente importante per l’ecosistema oceanico e molto sensibile ai cambiamenti nel loro ambiente, inclusi temperatura, salinità, livello di pH e concentrazione di nutrienti dell’acqua.

In base alle dimensioni degli organismi che lo compongono si divide in:

  • macroplancton, che comprende organismi visibili a occhio nudo; 
  • mesoplancton, di dimensioni comprese fra 1 e 5 mm; 
  • microplancton, dell’ordine di grandezza di 1/10 di mm.


Gli scienziati classificano il plancton in diversi modi, anche per tipo e per quanto tempo trascorrono alla deriva. Tuttavia, le categorie più elementari in cui suddividere il plancton sono: fitoplancton (vegetali) e zooplancton (animali).

Riferimenti: 
https://oceanservice.noaa.gov/facts/plankton.html

https://www.fisheries.noaa.gov/national/ecosystems/plankton-data-and-visualization

https://www.treccani.it/enciclopedia/plancton

Come suggerisce la traduzione “dieta della plastica”, questo neologismo svedese indica la crescente attenzione delle persone nell’evitare l’utilizzo di materiali plastici.

Riferimenti:
https://www.ansa.it/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra

La povertà è lo stato di chi non ha una quantità di denaro o beni materiali abituale o socialmente accettabile. Più nello specifico, si dice che la povertà esista quando le persone non hanno i mezzi per soddisfare i loro bisogni primari.

La povertà può essere definita, quindi, come “la carenza dei mezzi indispensabili alla mera sussistenza dell’individuo”. Tuttavia, tale definizione non è sufficiente a rendere il concetto univoco: infatti, la stessa sussistenza è definita in maniera diversa dalle varie teorie economiche. Inoltre, nelle società attuali, il problema della povertà assume aspetti completamente diversi a seconda che si considerino paesi industrialmente avanzati o paesi in via di sviluppo (pvs). 

*NOTA: sradicare la povertà estrema per tutte le persone, ovunque nel globo ed entro il 2030, è un obiettivo fondamentale dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/poverta

https://www.un.org/sustainabledevelopment/poverty/

https://unstats.un.org/sdgs/report/2022/SDG2022_Flipbook_final.pdf

Si dice precipitazione atmosferica una delle fasi della circolazione acquea nell’atmosfera terrestre (le altre sono l’evaporazione e la condensazione), e precisamente quella corrispondente al passaggio dell’acqua dall’atmosfera al suolo. A seconda che l’acqua precipiti allo stato liquido o solido, si parla di precipitazione liquida (pioggia) o di precipitazione solida (neve, grandine).

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/precipitazione

https://dizionario.internazionale.it/parola/precipitazione-atmosferica

In ecologia, la predazione (predation) è il rapporto interspecifico di tipo negativo che comporta la cattura e l’assunzione, come alimento, di un organismo di una specie (preda) da parte di un altro di altra specie (predatore). Costituisce uno dei più importanti fattori di regolazione del tasso di accrescimento e della densità delle popolazioni animali.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/predazione

https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/predation

q

Il termine Neozoico è usato in geologia per indicare la più recente fra le maggiori suddivisioni cronologiche della storia della Terra. Da alcuni tale termine è considerato sinonimo di Quaternario, cioè il periodo che va da 2,6 milioni di anni fa fino ad oggi e comprende:

  • il Pleistocene, cioè da 2,6 milioni di anni fa fino a 11.700 anni fa;
  • l’Olocene, cioè gli ultimi 11.700 anni, cioè da quando c’è stato il ritiro dei ghiacciai (per convenzione, però, lo si fa iniziare 10.000 anni fa).


Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/quaternario/

www.treccani.it/era-neozoica

https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/Q/quaternario.shtml

https://dizionari.repubblica.it/Italiano/Q/quaternario.html

Un questionario ESG è uno strumento di valutazione (ESG assessment) che comprende un elenco di domande sui fattori ESG, che possono essere utilizzate per valutare i progressi compiuti da una società nella gestione delle questioni ESG. 

Le domande, solitamente, si concentrano sulle politiche di sostenibilità e sulla rendicontazione ESG, e dovrebbero essere utilizzate per individuare eventuali problemi e opportunità, che richiedono una valutazione tecnica più dettagliata e/o devono essere gestiti post-investimento. 

Recentemente, è stata messa a punto dalla Sda Bocconi e dallo studio di avvocati e commercialisti Pwc Tls una piattaforma accessibile in modo gratuito che raccoglie le informazioni fornite dall’imprenditore e attraverso l’elaborazione di un algoritmo proprietario, restituisce profili di adeguatezza in relazione alle seguenti aree:

  • governance proprietaria;
  • governance societaria;
  • presidi di compliance (conformità normativa);
  • ESG.


Riferimenti: 
https://www.investeurope.eu/invest-europe-esg-questionnaire (.pdf)

https://www.ilsole24ore.com/esg-arriva-test-valutazione-capire-quanto-sia-sostenibile-propria-azienda

r

RAEE è l’acronimo di Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. I RAEE, conosciuti anche come e-waste, costituiscono una categoria di rifiuti particolarmente rilevante sia per gli enormi quantitativi prodotti annualmente sia per la potenziale pericolosità ambientale derivante da non appropriate modalità di gestione e smaltimento.

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche che a fine vita vengono ricomprese nella categoria dei RAEE, in accordo a quanto indicato nella normativa europea (e dal suo recepimento a livello nazionale), possono essere suddivise nelle seguenti classi, ciascuna delle quali comprende un’ampia gamma di apparecchi differenti:

  • grandi elettrodomestici;
  • piccoli elettrodomestici;
  • apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni;
  • apparecchiature di consumo (ad es. radio e televisioni);
  • di illuminazione;
  • strumenti elettrici ed elettronici (quali trapani, seghe, macchine per cucire);
  • giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport;
  • apparecchiature mediche;
  • strumenti di monitoraggio e controllo;
  • distributori automatici.


L’Unione Europea ha affrontato la questione dei rifiuti elettronici introducendo due atti legislativi:

  • la Direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttiva RAEE), che è entrata in vigore nel 2003: ko scopo principale di questa direttiva era regolamentare e motivare il riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti elettronici negli Stati membri in quel momento; è stata rivista nel 2008 ed è entrata in vigore nel 2014.
  • la direttiva sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche dal 2003. Questo documento è stato ulteriormente rivisto nel 2012. 


Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/raee_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/

https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20201208STO93325/rifiuti-elettronici-nell-ue-dati-e-cifre-infografica

https://www.britannica.com/technology/electronic-waste

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32012L0019&from=EN

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32011L0065&from=EN

Il rapporto Brundtland (conosciuto anche come ‘Our Common Future’) è un documento pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) in cui, per la prima volta nella storia, venne introdotto il concetto di “sviluppo sostenibile”. Il nome venne dato dalla coordinatrice Gro Harlem Brundtland, che in quell’anno era presidente del WCED e aveva commissionato il rapporto.

Nel 1989, l’Assemblea generale dell’ONU, dopo aver discusso il rapporto, ha deciso di organizzare una Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, un evento storico per l’evoluzione del processo di sviluppo sostenibile.

Riferimenti: 
Rapporto Brundtland: Our Common Future (download pdf)

Il termine rendimento sostenibile si riferisce alla raccolta di una risorsa naturale specifica che si rinnova da sola, ad esempio il legname o il pesce.

Tale rendimento è un rendimento che in linea di principio può essere mantenuto indefinitamente perché può essere sostenuto dalla capacità rigenerativa del sistema naturale sottostante.

Tuttavia, questa definizione risulta troppo restrittiva in molti casi. Per un dato stock di una risorsa biologica, infatti, si possono definire molti rendimenti sostenibili (sustainable yields).

Le foreste, ad esempio, hanno diverse funzioni a livello ecologico e il rendimento sostenibile dovrebbe essere definito sulla base di ogni specifico obiettivo. Idealmente, nel caso delle foreste, il rendimento sostenibile dovrebbe essere determinato da esperti forestali sulla base di specifici modelli. Qualora tali informazioni non siano disponibili, la crescita naturale può essere utilizzata come proxy del rendimento sostenibile.

Riferimenti: 
https://stats.oecd.org/sustainable-yield

https://www.britannica.com/sustainable-yield

La resilienza è la velocità con cui una comunità (o un sistema ecologico) ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato; le alterazioni possono essere causate sia da eventi naturali, sia da attività antropiche. Solitamente, la resilienza è direttamente proporzionale alla variabilità delle condizioni ambientali e alla frequenza di eventi catastrofici a cui si sono adattati una specie o un insieme di specie.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/resilienza/

Il riciclo (recycling) è il processo, detto anche riciclaggio, attraverso il quale si mira al recupero di materiali, con il duplice obiettivo di limitare la quantità di rifiuti e di ottenere un risparmio di materia o di energia, reinserendo nei cicli produttivi i materiali recuperati. I prodotti da riciclare provengono da materiali di preconsumo (scarti di lavorazione ecc.) e da materiali di post-consumo (rifiuti solidi urbani, automobili in demolizione ecc.).

‘Riciclo’ e ‘riciclaggio’ sono due sinonimi ma, mentre il primo termine (preferibile) significa soltanto ‘operazione di riciclare’, il termine riciclaggio ha una semantica più complessa, perchè alla prima accezione si aggiunge quella di ‘reato consistente nell’impiego di beni e denaro di provenienza delittuosa in attività apparentemente legali’.

Riferimenti: 
https://www.epa.gov/recycle/recycling-basics

https://www.britannica.com/science/recycling

https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/recycle

https://www.treccani.it/enciclopedia/riciclaggio

Il riscaldamento globale (global warming) è correlato al fenomeno più generale del cambiamento climatico (climate change) che si riferisce ai cambiamenti nella totalità degli attributi che definiscono il clima.

Il fenomeno del riscaldamento globale, invece, indica specificatamente l’effetto dell’innalzamento a lungo termine della temperatura media atmosferica in superficie, registrato su scala globale negli ultimi cento anni circa.

Il grafico del Goddard Institute for Space Studies della NASA, illustra il cambiamento della temperatura superficiale globale rispetto alle temperature medie del 1951-1980, con l’anno 2020 e l’anno 2016 che rappresentano gli anni più caldi mai registrati.

Il riscaldamento globale si riferisce all’aumento della temperatura di superficie globale rispetto a un periodo di riferimento, sufficientemente ampio per eliminare le variazioni inter-annuali, ad esempio 20 o 30 anni. Una scelta comune per la baseline è il periodo 1850-1900 (il primo periodo di osservazioni affidabili con una copertura geografica sufficiente).

Il 6° rapporto IPCC (2022) sul clima ha chiarito che siamo destinati a non rispettare l’obiettivo di limitazione del riscaldamento globale a 1,5 gradi, rispetto ai livelli preindustriali. Anche se di pochi decimali, e solo per il momento, la soglia definita con l’Accordo di Parigi sarà oltrepassata anche nello scenario emissivo migliore.

Riferimenti: 
https://www.ipcc.ch/annex-I (.pdf)

https://climate.nasa.gov/global-warming-vs-climate-change

https://www.britannica.com/global-warming

https://www.treccani.it/riscaldamento-globale

https://www.lescienze.it/news/2022

Nel contesto degli impatti climate change, i rischi derivano da interazioni dinamiche tra i pericoli legati al clima con l’esposizione e la vulnerabilità dell’uomo o di un sistema ecologico a tali pericoli.

Pericolosità, esposizione e vulnerabilità sono tre caratteristiche dei rischi climatici che possono essere soggetti a incertezza in termini di entità e probabilità di insorgenza, e ciascuno di essi può cambiare nel tempo e nello spazio a causa dei cambiamenti socioeconomici e del processo decisionale umano.

Nell’ambito dei rischi climatici e ambientali rientrano comunemente due fattori di rischio principali, il rischio fisico e il rischio di transizione.

Riferimenti: 
https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2021/02/Risk-guidance-FINAL_15Feb2021.pdf

https://www.bankingsupervision.europa.eu/ecb/pub/pdf/ssm.202011finalguideonclimate-relatedandenvironmentalrisks~58213f6564.it.pdf

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale danno origine a mutamenti strutturali che influiscono sull’attività economica e, di conseguenza, sul sistema finanziario.
Nell’ambito dei rischi climatici e ambientali rientrano comunemente due fattori di rischio principali, il rischio fisico e il rischio di transizione.

Il rischio di transizione indica la perdita finanziaria in cui può incorrere un ente, direttamente o indirettamente, a seguito del processo di aggiustamento verso un’economia a basse emissioni di carbonio e più sostenibile sotto il profilo ambientale. Tale situazione potrebbe essere causata, ad esempio, dall’adozione relativamente improvvisa di politiche climatiche e ambientali, dal progresso
tecnologico o dal mutare della fiducia e delle preferenze dei mercati.

Riferimenti: 
https://www.bankingsupervision.europa.eu/final-guide-on-climat (.pdf)

https://www.bancaditalia.it/focus/finanza-sostenibile/vigilanza-bancaria (.pdf)

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale danno origine a mutamenti strutturali che influiscono sull’attività economica e, di conseguenza, sul sistema finanziario.
Nell’ambito dei rischi climatici e ambientali rientrano comunemente due fattori di rischio principali, il rischio fisico e il rischio di transizione.

Il rischio fisico indica l’impatto finanziario dei cambiamenti climatici, compresi eventi metereologici estremi più frequenti e mutamenti graduali del clima, nonché del degrado ambientale, ossia inquinamento atmosferico, dell’acqua e del suolo, stress idrico, perdita di biodiversità e deforestazione. Il rischio fisico è, pertanto, classificato come “acuto” se causato da eventi estremi quali siccità, alluvioni e tempeste, e “cronico” se provocato da mutamenti progressivi quali aumento delle temperature, innalzamento del livello del mare, stress idrico, perdita di biodiversità, cambio di destinazione dei terreni, distruzione degli habitat e scarsità di risorse. Tale rischio può determinare direttamente, ad esempio, danni materiali o un calo della produttività, oppure indirettamente eventi successivi quali l’interruzione delle catene produttive.

Riferimenti: 
https://www.bankingsupervision.europa.eu/final-guide-on-climate-related-and-environmental-risks (.pdf)

https://www.bancaditalia.it/focus/finanza-sostenibile/vigilanza-bancaria (.pdf)

Con l’espressone risk management (gestione del rischio) si intende l’insieme di processi con cui un’azienda identifica, analizza, quantifica, elimina e monitora i rischi legati ad un determinato processo produttivo.

Il Risk Management, in generale, comprende una serie di processi decisionali (economici, normativi, ecc.) finalizzati a porre dei vincoli alla praticabilità e alla necessità di pianificare le attività di riduzione del rischio.

L’obiettivo principale del risk management è minimizzare le perdite e massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei processi produttivi.

I piani di Risk Management, dal punto di vista socio-ambientale, definiscono l’impatto potenziale o reale delle attività produttive sull’ambiente e sulle persone. Questi piani, inoltre, sono corredati dai risultati delle attività di analisi di rischio, al fine di poter trasmettere tali valutazioni a terze parti interessate e all’opinione pubblica.

Riferimenti:
https://www.epa.gov/risk/risk-management

https://www.borsaitaliana.it/risk-management

https://www.unepfi.org/Odunlami (.pdf)

Il riuso (o riutilizzo) è la pratica di utilizzare un materiale precedentemente sfruttato per una nuova e ulteriore utilizzazione. Questo concetto è uno dei pilastri del modello economico circolare, basato sul cosiddetto paradigma delle R (vedi voce dedicta).

Riferimenti: 
https://eur-lex.europa.eu/legal-content

https://www.treccani.it/vocabolario/riuso

s

I servizi ecosistemici (“ecosystem services”) sono quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo. In particolare, secondo la definizione proposta dal MEA – Millennium Ecosystem Assessment, i servizi ecosistemici sono i “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano“.

Gli ecosystem services possono essere raggruppati in 4 categorie principali:

  • servizi ecosistemici di supporto alla vita, cioè i servizi essenziali per garantire gli altri tre (come la fotosintesi, il ciclo dei nutrienti, la creazione di suoli e il ciclo dell’acqua);
  • servizi ecosistemici di regolazione di gas atmosferici, clima, acque, erosione, prevenzione del dissesto idrogeologico, regolazione dell’impollinazione, habitat per la biodiversità;
  • servizi ecosistemici di approvvigionamento di cibo, materie prime, acqua dolce, variabilità biologica;
  • servizi ecosistemici culturali, quali valori estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari.


Riferimenti: 
https://www.millenniumassessment.org/documents/document.300.aspx.pdf

https://www.treccani.it/magazine/webtv/videos/playlist/playlist_Ecosistemi.html

https://www.fao.org/ecosystem-services-biodiversity/en/

https://www.britannica.com/science/ecosystem-services

I GIS (Geographic Information System) sono Sistemi Informativi Geografici che constano di un’architettura hardware-software e che sono utilizzati per l’acquisizione, l’analisi, la modellizzazione di databse di dati georeferenziati, vale a dire dati associati ad una posizione geografica su una base cartografica.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/gis_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Un social bond è qualsiasi tipo di strumento obbligazionario i cui proventi vengono impiegati esclusivamente per finanziare o rifinanziare, in tutto o in parte, nuovi e/o preesistenti progetti sociali.
Alcuni esempi di categorie di progetti

  • le infrastrutture di base (ad es. strutture per la fornitura di acqua potabile);
  • l’accesso ai servizi essenziali (ad es. il servizio sanitario);
  • la creazione di posti di lavoro anche tramite finanziamenti e micro-finanziamenti alle PMI;
  • la sicurezza alimentare;


A livello internazionale, i Social Bond Principles (SBP)
mirano a sostenere gli emittenti nel finanziamento di progetti socialmente solidi e sostenibili che conseguano maggiori benefici sociali.

Riferimenti: 
https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/social-bond.html

https://www.icmagroup.org/assets/documents/Sustainable-finance/2022-updates/Social-Bond-Principles_June-2022v3-020822.pdf

Nelle scienze ambientali ed economiche, la sostenibilità è la condizione di uno sviluppo in grado di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. 

Il concetto di sostenibilità è stato introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972, anche se soltanto nel 1987, con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Brundtland (vedi voce dedicata), venne definito con chiarezza l’obiettivo dello “sviluppo sostenibile“, a partire dalla definizione sopracitata.

Il modello di sviluppo sostenibile, dopo la conferenza ONU su ambiente e sviluppo del 1992, è divenuto il nuovo paradigma globale dello sviluppo economico stesso.

Riferimenti: 
https://www.un.org/en/academic-impact/sustainability

Rapporto Brundtland del 1987 (download pdf)

https://www.treccani.it/enciclopedia/sostenibilita

https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/sustainability

Per shark finning si intende la pratica di catturare gli squali, rimuoverne le pinne (che hanno valore commerciale) e gettare il resto dello squalo in mare (spesso mentre è ancora vivo ma destinato ad annegare, perché non può nuotare senza le sue pinne).

Lo spinnamento degli squali è in aumento dal 1997, principalmente a causa della crescente domanda di pinne per la preparazione della “zuppa di pinne di squalo” e alcuni medicinali per le cure tradizionali in oriente e, in particolare, in Cina.

In allegato il link ad un video informativo sul tema e il link all’iniziativa europea “Stop Finning EU”.

Riferimenti:
https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/shark-finning

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/21/pesca-illegale-greenpeace-fermata-nave-italiana-per-shark-finning-a-bordo-centinaia-di-pinne-di-squalo/3534926/

https://stop-finning-eu.org/it/

In geologia, lo strato rappresenta l’unità fondamentale della stratigrafia e corrisponde a un corpo sedimentario di forma tendenzialmente tabulare, di spessore compreso tra un centimetro e un metro,  e definito da superfici deposizionali o erosive, lungo le quali si osservano variazioni di composizione e/o di tessitura dei sedimenti.

Riferimenti:
Servizio Geologico Nazionale. Carta Geologica d’Italia – 1:50.000. Guida al rilevamento. SGN, Periodici Tecnici, Quaderni serie III, Vol. 1, Glossario p. 180, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1992.

Il suolo è definito come un corpo naturale composto da una parte solida, divisa tra una frazione minerale e una frazione organica, una parte liquida ed una gassosa, e che si sviluppa sulla superficie della litosfera terrestre come risultato dei processi pedogenetici di formazione dei suoli. Si caratterizza per essere descritto da orizzonti o strati, formatisi per alterazione del materiale roccioso parentale, e dalla capacità di supportare in modo naturale le radici delle piante.

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/suolo/

Taxonomy, Soil. “A basic system of soil classification for making and interpreting soil surveys.” Agriculture handbook 436 (1999): page 9.

La Balanced Scorecard (scheda di valutazione bilanciata), generalmente indicata con l’acronimo BSC, è uno strumento di supporto alla gestione strategica dell’impresa sviluppato e pubblicato per la prima volta da Robert Kaplan e David Norton nel 1992, in un articolo di Harvard Business Review dal titolo “The Balanced Scorecard – Measures that Drive Performance”.

La BSC tradizionale permette di tradurre la missione e la strategia dell’impresa in indicatori di performance (scorecard) assicurando l’equilibrio (balance) tra le prestazioni di breve termine, misurate attraverso parametri di natura finanziaria, e quei fattori extra-finanziari che dovrebbero condurre l’impresa a prestazioni competitive superiori e sostenibili nel lungo periodo. L’importanza della Balanced Scorecard risiede proprio nella capacità di integrare tutte le informazioni ritenute rilevanti e di considerarle in modo equilibrato.

La Sustainability Balanced Scorecard (SBSC) permette di monitorare, in modo integrato e flessibile, diversi livelli di obiettivi a valenza ambientale, consentendo quindi una migliore implementazione della strategia aziendale di sostenibilità.

Riferimenti: 
https://www.unisa.edu.au/site-assets (.pdf)

https://www.researchgate.net/331688857

http://sustainabilityscorecard.altervista.org/dalla-balanced-alla-sustainability-balanced-scorecard

https://economiamarche.univpm.it/0d2466288c8dcc1e8 (.pdf)

I Sustainability Bond sono qualsiasi tipo di strumento obbligazionario in cui i proventi (o un importo equivalente) vengono applicati esclusivamente per finanziare o rifinanziare una combinazione di progetti verdi (green) e sociali (social).

I Sustainability Bond sono, pertanto, allineati alle quattro componenti fondamentali sia della GBP (Green Bond Principles) che della SBP (Social Bond Principles), con le prime particolarmente rilevanti per i Progetti Verdi sottostanti e le seconde per i Progetti Sociali sottostanti.

*NOTA: per approfondimenti sui Principi, consultare la voce “SBG” nel glossario.

Riferimenti: 
https://www.icmagroup.org/assets/documents/Sustainable-finance/2021-updates/Sustainability-Bond-Guidelines-June-2021-140621.pdf

https://www.icmagroup.org/sustainable-finance/the-principles-guidelines-and-handbooks/sustainability-bond-guidelines-sbg/

https://www.bourse.lu/sustainability_standards_and_labels

L’International Capital Market Association (ICMA) ha previsto 4 categorie di Principi relativi ai Green e Social Bond e, quindi, anche per i Sustainability Bond (all’interno delle Sustainablity Bond Guidelines): 

  • utilizzo dei proventi;
  • processo di valutazione e selezione dei progetti;
  • gestione dei proventi;
  • reporting.


Le Sustainability Bond Guidelines (SBG), aggiornate a giugno 2021, confermano la rilevanza dei Principi in questo contesto e facilitano l’applicazione delle loro linee guida in materia di trasparenza e informativa al mercato dei sustainability bond.

Riferimenti: 
https://www.icmagroup.org/assets/documents/Sustainable-finance/2021-updates/Sustainability-Bond-Guidelines-June-2021-140621.pdf

https://www.icmagroup.org/sustainable-finance/the-principles-guidelines-and-handbooks/sustainability-bond-guidelines-sbg/

I Sustainability-Linked Bond (SLB) sono qualsiasi tipo di strumento obbligazionario per il quale le caratteristiche finanziarie e/o strutturali possono variare a seconda che l’emittente raggiunga obiettivi predefiniti di Sostenibilità/ESG.

In tal senso, gli emittenti si impegnano in modo esplicito (anche nella documentazione obbligazionaria) a miglioramenti futuri, in termini di sostenibilità, all’interno di una tempistica predefinita. Questo è l’elemento distintivo degli SLB, soprattutto rispetto ai Sustainability Bond (SB).

Riferimenti: 
https://www.icmagroup.org/assets/documents/Regulatory/Green-Bonds/June-2020/Sustainability-Linked-Bond-Principles-June-2020-171120.pdf

https://www.icmagroup.org/sustainable-finance/the-principles-guidelines-and-handbooks/sustainability-linked-bond-principles-slbp/

L’International Capital Market Association (ICMA) ha previsto 5 categorie di principi relativi ai Sustainability-linked Bond (all’interno dei Sustainablity-linked Bond Principles): 

  • selezione degli Indicatori chiave di prestazione (KPI);
  • calibrazione degli obiettivi prestazionali di sostenibilità (SPT);
  • caratteristiche del bond;
  • reporting;
  • verifica.


I Sustainability-Linked Bond Principles (SLBP) forniscono linee guida che raccomandano caratteristiche di strutturazione, informativa e rendicontazione. Sono destinati all’uso da parte dei partecipanti al mercato e sono progettati per guidare la fornitura di informazioni necessarie per aumentare l’allocazione di capitale a tali prodotti finanziari.

Riferimenti: 
https://www.icmagroup.org/assets/documents/Sustainability-Linked-Bond-Principles-June-2020 (.pdf)

https://www.icmagroup.org/sustainable-finance/the-principles-guidelines-and-handbooks/sustainability-linked-bond-principles

La sustainable fashion (moda sostenibile) fa parte del movimento della slow fashion, sviluppato negli ultimi decenni, e il termine viene utilizzato in modo intercambiabile con eco-, green-, ed ethical-fashion.

Al di là delle parole, oggi è necessario un nuovo sistema per l’economia tessile e il rapporto della Ellen MacArthur Foundation del 2017 (link tra le fonti) propone una visione in linea con i principi dell’economia circolare. In un tale modello, vestiti, tessuti e fibre rientrano nell’economia dopo l’uso e non finiscono mai come rifiuti. 

Il raggiungimento di una nuova economia tessile richiederà livelli di allineamento senza precedenti. È necessario un approccio di cambiamento a livello di sistema che coglierà le opportunità perse dall’attuale sistema tessile lineare.

Riferimenti: 
A new textiles economy: redesigning fashion’s future (Ellen MacArthur Foundation, 2017) 

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52022DC0141&from=EN

https://www.research.manchester.ac.uk/portal/What_is_sustainable_fashion.logged.pdf

http://mistrafuturefashion.com/wp-content/uploads/2017/04/D1.2-Sociolog-Experience-Report.pdf

La finanza sostenibile è un’evoluzione della finanza verde (green finance), poiché prende in considerazione questioni e rischi ambientali, sociali e di governance (fattori ESG), con l’obiettivo di aumentare gli investimenti a lungo termine in attività e progetti economici sostenibili.

In parole povere e per fare chiarezza, si può distinguere tra:

  • climate finance (finanza climatica), che fornisce i fondi per affrontare l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • green finance (finanza verde), che ha una portata più ampia in quanto copre anche altri obiettivi ambientali (ad es. protezione/ripristino della biodiversità);
  • sustainable finance (finanza sostenibile), che estende ulteriormente il suo campo d’applicazione ai fattori ESG (ambiente, fattori sociali e di governance).


Riferimenti: 
https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2021)679081

https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2021/679081/EPRS_BRI(2021)679081_EN.pdf

T

Il Financial Stability Board (FSB) ha creato la Task Force on climate-related financial disclosure (TCFDper sviluppare raccomandazioni sui tipi di informazioni che le aziende dovrebbero divulgare per supportare investitori, prestatori e assicuratori nella valutazione e nel prezzo appropriati di una serie specifica di rischi, rischi legati al cambiamento climatico.

Nel 2017, la TCFD ha pubblicato le raccomandazioni sulla divulgazione finanziaria relativa al clima, progettate per aiutare le aziende a fornire informazioni migliori per supportare un’allocazione informata del capitale.

Dalla pubblicazione delle raccomandazioni TCFD, l’FSB ha chiesto alla Task Force di continuare il suo lavoro: promuovere l’adozione del quadro TCFD, fornire ulteriore guida, sostenere gli sforzi educativi, monitorare le pratiche di divulgazione finanziaria relative al clima in termini di allineamento con il TCFD raccomandazioni e la preparazione di relazioni annuali sullo stato.

In allegato anche il link per il più recente rapporto della TCFD, datato 2022.

Riferimenti: 
https://www.fsb-tcfd.org/

https://assets.bbhub.io/company/sites/60/2022/10/2022-TCFD-Status-Report.pdf

La Tassonomia europea, introdotta dal Regolamento (UE) 2020/852, è un sistema di classificazione comune a livello dell’Unione Europea delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale (il pilastro “E” dei fattori ESG). 

La Tassonomia è uno strumento per guidare, principalmente, le scelte degli investitori e delle imprese nella transizione verso uno sviluppo economico privo di impatti negativi sull’ambiente e, in particolare, sul clima.

All’interno del sistema di classificazione le attività sono state selezionate in base alla possibilità di contribuire a sei obiettivi ambientali identificati dalla Commissione Europea:

  • mitigazione del cambiamento climatico;
  • adattamento al cambiamento climatico;
  • uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  • transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  • prevenzione e controllo dell’inquinamento;
  • protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.


La Tassonomia è stata integrata dal Regolamento delegato (UE) 2021/2139 che definisce i criteri di vaglio tecnico che consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare che un’attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici o all’adattamento ai cambiamenti climatici, e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale (princìpio del DNSH-Do Not Significant Harm).

Il 15 Luglio 2022, il Regolamento 2021/2139 è stato integrato dal Regolamento delegato 2022/1214, che contiene i criteri di vaglio tecnico per il gas e il nucleare.

 

Riferimenti: 
Tassonomia – https://eur-lex.europa.eu/legal-content

Criteri di vaglio tecnico – https://eur-lex.europa.eu/legal-content

Gas e Nucleare – https://eur-lex.europa.eu/legal-content

La Tecnologia è un vasto settore di ricerca (la ricerca tecnologica), composto da diverse discipline (per cui, spesso, si usa il plurale tecnologie), che ha come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò (comprese le conoscenze matematiche, informatiche, scientifiche) che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a determinati obiettivi.

Si parla di Ecotecnologia per indicare il sotto-campo scientifico della Tecnologia che cerca di soddisfare i bisogni umani causando un minimo disordine ecologico, sfruttando e manipolando le forze naturali per sfruttare i loro effetti benefici.

Si parlare, invece, di Greentech o Cleantech per indicare le applicazioni tecnologiche (processi, prodotti, servizi…) finalizzate a mitigare o invertire gli effetti dell’attività umana sull’ambiente, o produrre energia sostenibile. Tra le varie tecnologie verdi/pulite possiamo citare: produzione di energia rinnovabile; riciclo dei materiali; chimica verde; mobilità elettrica ecc.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/vocabolario/tecnologia/

https://www.greentech.earth/what-is-greentech

https://www.treccani.it/vocabolario/ecotecnologia_%28Neologismi%29/

La teoria della Tettonica delle placche descrive i meccanismi interni evolutivi che hanno interessato la crosta terrestre ed il mantello. Si tratta di un modello che tenta di unificare in un solo grande quadro tutti i dati e le osservazioni raccolti sulle strutture del pianeta, dalle deformazioni della crosta, alla distribuzione di terremoti e vulcani, alla deriva dei continenti, allo sviluppo delle dorsali oceaniche, ai movimenti delle placche, permettendo di integrare tali concetti gli uni agli altri e facendo emergere una visione d’insieme coerente e uniforme.

Riferimenti:
Condie, Kent C. Plate tectonics & crustal evolution. Elsevier, 2013, pp 1.

https://www.treccani.it/export/sites/default/Portale/resources/multimedia/Lezioni_Geologia2/tettonica.pdf

Treedom è un sito che consente di piantare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto, che tali alberi contribuiranno a realizzare.

Dal 2010, anno della sua fondazione a Firenze, sono stati piantati più di 3.000.000 di alberi in Africa, America Latina, Asia e Italia. Tutti gli alberi vengono piantati direttamente da contadini locali e contribuiscono a produrre benefici ambientali, sociali ed economici.

Treedom, inoltre, dal 2014 fa parte delle Certified B Corporations, il network di imprese con elevate performance ambientali e sociali.

Riferimenti: 
https://www.treedom.net/about_us

https:/static.treedom.net/report_pdf

Il triticale è una coltura erbacea ibrida creata artificialmente dall’incrocio tra frumento e segale e possiede i corredi cromosomici di entrambe le specie parentali. Pertanto, combina la funzionalità e l’alta resa del frumento alla resistenza e durabilità della segale. La parola stessa è una fusione tra i termini latini Triticum (tritico, cioè il frumento) e Secale (segale).

In passato, il triticale è stato utilizzato principalmente come mangime per animali. Oggi, la crescente domanda di risorse alimentari ha portato a un maggiore interesse per lo sviluppo e la coltivazione del triticale. In tal senso, la ricerca attualmente in corso include l’uso di questa biomassa colturale nella produzione di bioenergia.

Riferimenti: 
Una revisione degli usi del triticale e dell’effetto dell’ambiente di crescita sulla qualità del grano, 2011

www.sciencedirect.com/lo-sviluppo-del-triticale

Triticale: un “nuovo” raccolto con vecchie sfide, 2009

U

Un nuovo trend relativo alla cura del giardino di casa, sempre più popolare negli Stati Uniti. Consiste nell’evitare l’utilizzo di pesticidi tossici per creare spazi che incoraggeranno la fauna selvatica nativa a vivere e prosperare.

Riferimenti: https://www.ansa.it/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra

Consiste nell’utilizzare materiali riciclabili per creare prodotti con un valore maggiore di quello del materiale originale, trasformando i rifiuti in oggetti di particolare valore (non solo economico).

Riferimenti: https://www.ansa.it/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra

V

Il “vermicomposting” è una metodologia di compostaggio che utilizza i lombrichi. I vermi sono tenuti in contenitori specializzati e alimentati con avanzi di cucina e altra materia vegetale. Dopo diverse settimane i lombrichi vengono rimossi e i loro ricchi rigetti (letame o, in questo caso, anche detto  “vermicompost“) vengono raccolti per essere utilizzati come ammendanti del suolo.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/compostaggio/

https://www.britannica.com/topic/compost

La vermifiltrazione (vermifiltration) un metodo di bonifica che fa uso del ruolo ecologico giocato dai vermi, organismi detritivori che smuovono il terreno, operando di fatto un trattamento biologico.

Questi animali sono collocati all’interno dello strato di terreno sommitale del vermifiltro (vermifilter), uno strumento di bonifica dei terreni inquinati, che si avvale della simbiosi tra i vermi e i microrganismi aerobi del terreno. Tale tecnica è adoperata soprattutto per l’inquinamento da reflui di discariche di rifiuti urbani e industriali.

Riferimenti: 
Vidali – M. Bioremediation: an overview (Pure and applied chemistry) – 73.7 (2001): 1163-1172.

Bioremediation: a sustainable approach for management of environmental contaminants (2020)

La vulnerabilità ambientale è la suscettibilità o propensione di un bene, di un elemento (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche ecc.) o dell’ambiente a subire eventi dannosi a seguito del verificarsi di un evento calamitoso o di fenomeni d’inquinamento.

Riferimenti:
ISPRA: Annuario dei dati ambientali (2011)

http://www.arpa.piemonte.it/vulnerabilita-ambientale

W

La Wave Overtopping è un fenomeno che si verifica quando un’onda d’acqua incontra una struttura sommersa (o reef) o quando l’onda d’acqua incontra una struttura con un’altezza inferiore all’altezza approssimativa dell’onda stessa. Parte dell’onda viene riflessa e parte passa sopra la struttura: la wave overtopping è quella parte dell’onda che scavalca la struttura o barriera.

Esistono alcuni dispositivi di conversione dell’energia del mare (vedi la voce “WEC” nel glossario) che possono sfruttare questo fenomeno per ricavare energia. Alcuni dispositivi WEC, infatti, sono caratterizzati da una lunga struttura che sfrutta le onde per riempire un serbatoio d’acqua che si trova in posizione più elevata rispetto al livello del mare. L’energia potenziale dell’acqua contenuta nell’invaso viene poi sfruttata da particolari turbine. Questo tipo di dispositivi può essere utilizzato sia onshore che offshore.

Riferimenti: 
González, A. A., & Dopico, J. R. (2021). LPWAN in Civil Engineering: An Overtopping Detection System Application. In Principles and Applications of Narrowband Internet of Things (NBIoT)

https://www.igi-global.com/95239

http://www.morenergylab.polito.it/wec/

WaveRoller è un dispositivo di AW-Energy che converte l’energia delle onde oceaniche in elettricità. La macchina opera in zone costiere (circa 0,3-2 km dalla riva) a profondità comprese tra 8 e 20 metri. A seconda delle condizioni di marea è in gran parte o completamente sommerso e ancorato al fondale. Una singola unità WaveRoller ha una potenza nominale compresa tra 350kW e 1000kW, con un fattore di capacità del 25-50% a seconda delle condizioni delle onde nel sito del progetto. La tecnologia può essere implementata come unità singole o in aziende agricole.

Riferimenti: 
https://aw-energy.com/waveroller/

https://aw-energy.com/videos/

https://ec.europa.eu/environment/archives/greenweek2017/eugreenweek.eu/sites.pdf

Un Wave Energy Converter (WEC) è un dispositivo in grado di raccogliere energia dalle onde del mare/oceano, convertendola in una forma di energia più utile e versatile, solitamente energia elettrica. Questi dispositivi si avvalgono di diversi principi di funzionamento e presentano differenti configurazioni (colonna d’acqua oscillante, convertitore di energia delle onde oscillanti, dispositivi di overtopping, differenziale di pressione sommerso, assorbitore puntiforme di sollevamento fittizio, assorbitore puntiforme vicino alla costa, assorbitore puntiforme a due corpi, attenuatore di superficie, generatore di masse rotanti, PeWEC).   

*NOTA: per dare un’occhiata a tutte le varie tecnologie di conversione del moto ondoso, visita il primo link tra le fonti, che fornisce animazioni e descrizioni molto chiare dei meccanismi.

Riferimenti: 
http://www.morenergylab.polito.it/wec/

https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/energie-rinnovabili/energia-marina/moto-ondoso

Il WELL Building Standard è un strumento volontario di certificazione degli edifici relativamente alla salute e al benessere delle persone.

La certificazione WELL® è gestita dall’International WELL® Building Institute (IWBI) e rilasciata dal Green Business Certification Inc., cioè dal medesimo istituto che rilascia la certificazione LEED®.

Gli attributi vengono misurati rispetto a 7 macro-aree di valutazione:

  • Aria;
  • Acqua;
  • Alimentazione;
  • Illuminazione;
  • Benessere psicofisico;
  • Comfort;
  • Fitness.


Riferimenti:
WELL Building Standard (download pdf) 

https://standard.wellcertified.com/well

Il termine inglese wind chill, talvolta indicato windchill o wind-chill, deriva dall’abbinamento di wind = vento e chill = gelido e viene comunemente detto “raffreddamento da vento”.

L’effetto wind chill è la sensazione di freddo che prova il corpo umano sottoposto all’effetto combinato di basse temperature e vento. L’organismo infatti, sotto l’effetto raffreddante del vento, percepisce temperature più basse di quelle reali.

L’indice wind chill, per una determinata velocità del vento e una determinata temperatura, è quel numero che vuole rappresentare la temperatura apparente (o percepita) come se si fosse in assenza di vento. La comprensione dell’indice wind chill e del relativo effetto ci aiuta a capire meglio i bollettini meteorologici e certi fenomeni fisici.
 

Il termine wishcycling indica la pratica di gettare oggetti nel bidone del riciclaggio, senza avere la certezza che questi possano essere effettivamente recuperati. Per quanto possa esser guidata da un nobile desiderio, questa abitudine andrebbe evitata in quanto mette a rischio l’intero processo di riciclo.

Riferimenti: https://www.ansa.it/le-parole-del-green-i-termini-da-conoscere-se-ami-la-terra

X

In biologia, uno xenobiotico è una sostanza estranea alla normale nutrizione dell’organismo e al suo normale metabolismo. Si tratta sia di sostanze naturali (per es., la nicotina è uno xenobiotico per l’uomo, ma non per la pianta di tabacco), sia di tutte le sostanze biologicamente attive sintetizzate ex novo in laboratorio (per es., gli insetticidi clorurati, i solfamidici, l’eroina, la saccarina).

Le sostanze xenobiotiche sono sostanze estranee all’ambiente nel quale vengono immesse e possono rappresentare un problema per i sistemi di trattamento delle acque reflue, dal momento che sono in gran numero, e ognuna presenterà in generale differenti problematiche per la rimozione.

Alcuni xenobiotici sono resistenti alla degradazione ambientale. Esempi possono essere gli organocloruri sintetici come plastiche e pesticidi, o prodotti chimici organici naturali come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e alcune frazioni di petrolio greggio e carbone.

Tuttavia, si ritiene che i microrganismi siano in grado di degradare quasi tutti i diversi xenobiotici complessi e resistenti presenti sulla terra.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/xenobiotico/

https://www.centrodimedicinabiologica.it/le-conseguenze-sulla-salute-degli-xenobiotici

https://goldbook.iupac.org/terms/view/XT06755

Y

Lo yak, conosciuto anche come “bue tibetano”, è un mammifero di grandi dimensioni che vive negli altopiani dell’Asia centrale, soprattutto in Tibet e in Mongolia. La sua peculiarità è quella di essere rivestito da una folta pelliccia che viene persa naturalmente durante l’arrivo della primavera.

La fibra ottenuta dal pelo di yak rappresenta un ottimo surrogato della lana, la cui lavorazione sottopone le pecore a pratiche poco etiche (lo yak è ritenuto sacro in Tibet e non subisce queste pratiche). La caduta spontanea del pelo di yak rende possibile la realizzazione di un tessuto pregiato simile al cachemire.

Riferimenti: 
https://www.treccani.it/enciclopedia/yak/

https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/yak

https://www.britannica.com/dictionary/yak

https://www.lifegate.it/pelo-yak-cachemire

Z

L’attuale definizione accettata a livello internazionale di “Zero Waste è stata adottata a dicembre 2018 dalla Zero Waste International Alliance (ZWIA). Di seguito la definizione:

“La conservazione di tutte le risorse attraverso la produzione, il consumo, il riutilizzo e il recupero responsabili di prodotti, imballaggi e materiali senza bruciare e senza scarichi nel suolo, nell’acqua o nell’aria che minacciano l’ambiente o la salute umana”.

Riferimenti:
https://zwia.org/zero-waste-definition/

https://www.epa.gov/transforming-waste-tool/how-communities-have-defined-zero-waste

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