Le tecniche di biorisanamento possono essere applicate all’interno dei siti di bonifica (in tal caso, per l’applicazione, occorrono un preciso monitoraggio e lunghi tempi di risposta) oppure all’esterno dei siti o nei bioreattori (garantendo, in questo modo, efficienza e controllo sui processi di trattamento).
Il biorisanamento in sito è un tipo di trattamento basato sull’attenuazione naturale degli inquinanti ed è adoperato specialmente per la contaminazione dai derivati del petrolio, dai pesticidi e dai metalli pesanti. Le tecniche di biorisanamento in sito servono a realizzare programmi di monitoraggio sito specifici nel medio-lungo termine. Tra queste, possiamo citare:
- la fitodepurazione, che si basa sul ruolo delle piante per la rimozione delle sostanze inquinanti;
- le tecniche di fissazione o dispersione degli inquinanti;
- le tecniche di biosparging e bioventing, che sfruttano la somministrazione di aria e nutrienti per stimolare il trattamento contro gli idrocarburi leggeri.
Il biorisanamento extra sito o nei bioreattori, invece, è un metodo adottato per le opere di bonifica fuori dall’area dei siti inquinati. Raggruppa varie tecniche di trattamento, come:
- il land farming o il land treatment, basate sulla stimolazione meccanica dei terreni inquinati;
- il compostaggio;
- le biocelle, mirate al trattamento degli idrocarburi;
- la vermifiltrazione, che sfrutta l’intervento dei vermi per dissodare i terreni al fine di favorirne la depurazione.